La lettera di presentazione

Scriviamola bene, con cura nella scelta delle parole, in un registro abbastanza elevato, ma non burocratico, senza formule troppo leccate o fantozziane

Le volete due o tre regolette – o forse quattro – per scrivere una lettera di presentazione da inviare a un editore insieme al nostro romanzo? Beh, che le vogliate o meno, ve le beccate comunque! Intanto deve essere breve, massimo direi 20-25 righe perché l’editore, o meglio il redattore incaricato della casa editrice, assieme alla nostra lettera, ne avrà da vagliare tante altre e apprezzerà certo la sintesi. Poi scriviamola bene, con cura nella scelta delle parole, in un registro abbastanza elevato, ma non burocratico, senza formule troppo leccate o fantozziane a partire dall’intestazione (Esimio/Illustrissimo Editore, Spettabile Casa Editrice ecc.). E raccontiamo in un pugno di frasi efficaci il nostro romanzo – una sinossi molto selettiva, il succo, i punti di forza della narrazione – specificando il genere letterario cui appartiene ed evitando di farci i complimenti da soli con superlativi o frasi a effetto tipo, una storia che vi lascerà senza fiato, un personaggio dai contorni leggendari…, un romanzo che ti cambia la vita, una sonda negli abissi della psiche e via esagerando. Ah, poi evitiamo gli accostamenti con altri scrittori più o meno grandi o importanti. Chi leggerà la nostra lettera non è uno sprovveduto, e non si fa abbindolare dagli slogan o dagli autoelogi. Quello che cerca l’editore in quelle poche righe è una storia, un’idea narrativa originale, un personaggio che resti in mente… quindi concentriamoci su poche cose, e diciamole al meglio, senza barare. Infine, aggiungiamo una nostra brevissima biografia, con le eventuali pubblicazioni (eviterei le autopubblicazioni, verso le quali gli editori sono di solito diffidenti), i premi (solo quelli che hanno risonanza nazionale, non vi presentate col Premio di Montepennino, dico per dire). Anche qui, scegliamo l’understatement! Il basso profilo.

Esercizio: provate a scrivere una lettera di presentazione del vostro romanzo, del romanzo che prima o poi deciderete di mandare in giro, oppure se preferite di un romanzo italiano recente che vi è piaciuto, fingendo che sia vostro e che sia ancora inedito. Bye, amici.

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Andrea Carraro

Andrea Carraro, scrittore, nasce a Roma. Se avesse ricevuto un euro ogni volta che sui media hanno usato il termine “il branco” per parlare di uno stupro di gruppo, citando il titolo del suo romanzo più noto, oggi sarebbe ricco. Invece è “solo” uno scrittore tra i più bravi. Romanziere, autore di racconti e di poesie, nasce a Roma nel 1959. Ha pubblicato i romanzi: A denti stretti (Gremese, 1990), Il branco (Theoria, 1994), diventato un film di Marco Risi, L’erba cattiva (Giunti, 1996), La ragione del più forte (Feltrinelli, 1999), Non c’è più tempo (Rizzoli, 2002) (Premio Mondello), Il sorcio (Gaffi, 2007), Come fratelli (Melville, 2013), Sacrificio (Castelvecchi, 2017) e le poesie narrative Questioni private (Marco Saya, 2013). Ha pubblicato anche due raccolte di racconti, confluite nel volume Tutti i racconti (Melville, 2017). I suoi giudizi critici, sensibili ma affilati quando serve, lo rendono un lettore del cui parere fidarsi con tranquillità.

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