Sto per ballare con una compagna di liceo che non mi è mai piaciuta, ho una frangia bionda e uno smoking perfetto. Provo a immaginare come sarebbe infilarle la lingua tra le labbra e un piccolo conato di cipolla mi sale su. Respiro profondamente per cacciarlo via. La sala da ballo è gremita di ballerini. L’ho presa in giro tutto l’anno e mi piace stravincere. Lei ha risposto sì. La prendo tra le braccia chiudendo gli occhi. Lei ha un fremito, li riapro e mi guarda. La musica parte e con essa la mia bugia. Un, due, tre. Un, due, tre. La faccio volteggiare. Perché proprio io? Perché chiedere quando puoi godere. Adesso la faccio piroettare. Due, tre, quattro volte. Le proprongo una coca cola corretta al gin. Il suo sorriso diventa un broncio mentre beve. Mi prende per mano: balliamo ancora? Tutti ci guardano. Ci indicano. Sono un tutt’uno che volteggia insieme alla più brutta della festa. Abbasso lo sguardo. Ma lei mi solleva il mento e mi mostra le sue labbra da vincitrice. Allora le dò quel bacio e non sento un sapore di cipolla, ma di fragola e mirtilli. La scuola è finita. E forse un giorno sarò forte come lei.
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