“Anatomia di un matrimonio” di Virginia Reevs (Clichy)

Un romanzo che racconta come il matrimonio possa risultare una serie di sabbie mobili e di tappeti usati per coprire buchi e macchie.

Cosa rende un matrimonio un luogo perfetto e felice? La passione, il desiderio, oppure la semplicità di sapere di essere importanti? La tensione tra queste due domande ripercorre la narrazione di questo romanzo, che si snoda attraverso circa 10 anni di vita dei protagonisti, Frederick e Laura, tra l’inizio degli anni ’70 e l’inizio degli ’80.

Frederick è un uno psichiatra comportamentale che crede nella deistituzionalizzazione dei pazienti, e Laura è la sua giovane moglie, che si annoia moltissimo nel Montana, a Boulder, dove lui ha ricevuto l’incarico di direttore di un istituto sull’orlo della bancarotta. Le prospettive di entrambi non coincidono affatto, ma Fred non si accorge del malessere di Laura, lei non vuole semplicemente provare ad avere un bambino o fare la graziosa bambola con la passione per la pittura. Così Laura si trova un lavoro part-time, senza dirlo a Fred, che da parte sua si immerge nel lavoro, escludendo Laura dai suoi pensieri e desideri. Le cose si complicano quando Fred si trova coinvolto con Penelope, una paziente di sedici anni, bella e intensa, appassionata di poesia, che si trova a vivere nell’istituto solo perché è affetta da epilessia e, in pratica, è stata rifiutata dai genitori che la considerano difettosa e inadatta a vivere la vita di una normale adolescente. La frustrazione di Penelope e il suo talento è fonte di grande ispirazione per Frederick che, in maniera impercettibile a lui ma evidente ai suoi colleghi e a Laura, finisce con il diventare una forma di relazione emotiva, anche senza contatti fisici, molto potente, tale da mettere in crisi il suo matrimonio. Quando Laura rimane incinta Fred non se ne accorge se non molto tardi, e la crepa tra loro si allarga fino a diventare una spaccatura in cui non filtra la luce ma molto buio. E Fred continua ad avere in mente solo il suo obiettivo, sublimando il suo desiderio per Penelope e cercando di riportarla alla vita reale, fuori dall’istituto. Quando Penelope, dimessa e riammessa in una famiglia che la respinge, si sente male, lui va da lei e finisce con il perdersi il parto e la nascita del figlio. La sparizione di Penelope dalle loro vite non migliora il matrimonio, Laura è consapevole che il legame tra i due è saldo, e sente di stare sparendo ai suoi stessi occhi.

Con i soldi messi da parte con il lavoro part-time, affitta una casetta per lei e per il piccolo, e inizia una nuova vita con il suo nuovo compagno Tim.

Quando rimane di nuovo incinta di Tim, Laura si risposa per dare stabilità a entrambi i figli, ed è allora che capisce che il suo amore per Fred è un nodo che rischia di mettere in pericolo il suo castello di comoda saldezza. L’illusoria stabilità di un legame sancito sulla carta non basta a impedire al desiderio di scorrere parallelo, quello che le manca adesso è l’imprevedibilità, la scintilla, a fronte di un matrimonio sereno ma noioso.

Fred e Laura continueranno a vedersi, non solo per il figlio che hanno in comune, ma perché fondamentalmente non riescono a staccarsi, anche se Penelope è sempre un’ombra non risolta tra loro, tanto che Fred, spesso, sovrappone le due donne e il desiderio che prova per entrambe.

Penelope rientrerà nelle loro vite per caso, e sarà un elemento di aiuto quando Fred avrà un ictus, un momento in cui il passato sembra contare più del futuro, fatto di piccole conquiste e di continui ripiegamenti.

Un matrimonio è una serie di sabbie mobili e di tappeti usati per coprire buchi e macchie, e Laura sa che in fondo sarà sempre sposata con Fred, anche con un’altra vita e altri obblighi.

I nostri legami con chi amiamo spesso sono proiezioni delle nostre illusioni e aspettative, ed è sempre pericoloso affidare a un’immagine la risoluzione della nostra propria inadeguatezza e frantumata vitalità. Ma quale altra scelta abbiamo se non continuare a investire sui sentimenti e sui legami psicologici e giuridici che i sentimenti comportano? I figli chiedono stabilità, ma forse quello che ci interessa è avere una persona che sia libera e che sia altrove, fino a dare senso all’anelito di ribellione alle regole di cui abbiamo bisogno per poter accettare i compromessi della vita quotidiana.

 

Tutto è pieno di calore e confortante ed è incompleto. Forse è questo che mamma mammut dice al figlioletto indagatore. Ascolta piccolino, ci sono più persone che ti amano, ed è una cosa meravigliosa, ma niente nella tua vita sarà mai intero. Capiscimi: vivrai una vita di pezzi.

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Marilena Votta

Marilena Votta nasce a Napoli e trascorre la sua infanzia e adolescenza in un luogo fatto di sole accecante e ombre altrettanto tenaci. Ha pubblicato le raccolte di racconti Equilibri sospesi, La ragazza di miele e altre storie (Progetto Cultura, 2016) e Diastema (Ensemble, 2020), e la raccolta di poesie Estate (Progetto Cultura, 2019). Il suo racconto “Fratello maggiore fratello minore” è stato pubblicato nell’antologia “Roma-Tuscolana”. Alcuni suoi racconti sono disponibili su varie riviste on line e cartacee. Nell’ottobre 2021 pubblica il suo primo romanzo, Stati di desiderio, con D editore. Del suo rapporto con la scrittura asserisce, convinta, che è il suo posto nel mondo. Scrive recensioni di libri che ama per "Dentro la lampada", la rivista della scuola Genius.

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