La ragazza ebrea era bellissima. Gli occhi neri, dal taglio allungato, gli avevano ricordato lo sguardo carico di promesse delle donne che, da ragazzo, incrociava per strada, in Alessandria d’Egitto.
Ungaretti si riscosse: la ragazza di cui non ricordava il nome gli stava chiedendo se voleva vedere il suo appartamento nel quale si era appena insediata. Lui fece sì con la testa e, come un bambino, si fece condurre in una strada larga, poi in una più stretta e, per ultimo, in un ascensore dalle grate metalliche che li scaricò al decimo piano del palazzo.
L’appartamento era ingombro di scatoloni ancora imballati; sul piccolo divano erano ammucchiati libri, vestiti e dischi in attesa di una sistemazione.
Mentre Ungaretti guardava New York dal finestrone senza tende qualcuno suonò alla porta: era una ragazza, anche lei bellissima, che lo guardò incuriosita mentre consegnava all’amica un pacchetto misterioso.
Hai mai fumato marijuana?, Gli chiese a bruciapelo la padrona di casa.
No, disse Ungaretti con un sorriso, quasi a scusarsi di questa sua mancanza.
Questa è buonissima, non puoi dire di no, disse la nuova arrivata che gli porse uno spinello già pronto.
Ungaretti guardò lo spinello, poi la ragazza: gambe lunghissime lasciate scoperte da una minigonna, il seno turgido sotto la maglietta attillata e un sorrisetto ironico che le curvava la bocca sensuale.
Quando Ungaretti lasciò l’appartamento era quasi sera. Mentre un taxi lo riportava al suo hotel guardava dal finestrino le luci di New York, la città che non dorme mai. Lo spinello non aveva alcun effetto su di lui, non gli aveva fatto assolutamente niente, neanche un po’ di sonnolenza, e proprio non capiva perché tanta gente fumasse marijuana.
La ragazza che gliela aveva offerta, però, era voluttuosa e bellissima, e l’invito per lui era stato irresistibile.
L’indomani mattina avrebbe tenuto la prima di una serie di lezioni all’Università di Harvard.
Torno a drogarmi con la poesia, pensò, e le rughe profonde del volto si distesero in un sorriso da bambino.
Bibliografia:
Giuseppe Ungaretti, Sentimento del tempo, Vallecchi;
Giuseppe Ungaretti, Il taccuino del vecchio, Mondadori.