Preferiresti sentirmi cantare?

Scrivere è un atto naturale per l’essere umano. Quando t’innamori, che fai? Scrivi poesie o pagine di diario. Forse è per questo che si pubblicano tanti romanzi

Un mio amico carissimo, dall’aria molto intelligente e gran lettore di notizie deprimenti, diffusore d’informazioni su nuovi malanni, gran divoratore di social, mi ha chiesto un giorno al parco, mentre eravamo seduti su una panchina a osservare una partita a pallone tra ragazzini: «Lo sai quanti libri sono stati pubblicati nel 2021?».

«Certo che no» ho risposto io, che idea bizzarra.

«Ottantacinquemila e cinquecentocinquantuno».

«Hai contato pure l’uno?»

«Sono dati Aie».

«Interessante» risposi, pensando che in effetti era una notizia importante per i soci dell’Associazione Italiana Editori, ma che io avrei dimenticato subito.

«E tu allora, con tutti questi libri che già ci stanno, perché scrivi?»

Fortunatamente lì vicino c’erano quei ragazzini che stavano giocando a calcio, gridai: «Palla!» e mi gettai nella partita, a costo di fracassarmi le caviglie.

Più tardi, con i piedi immersi in una bacinella di acqua calda e bicarbonato con tre fette di limone, mi ricordai di una poesia di Robert Frost, A minor bird. La cercai sullo smartphone, naturalmente c’era sul web. C’è sempre tutto, le cose inutili e quelle utili, le schifezze e le bellezze, ecc. Ho trovato anche la fotografia che c’è qui sopra, quel ragazzotto americano è proprio Robert Frost, l’autore di questa poesia:

 

I have wished a bird would fly away,
And not sing by my house all day;
Have clapped my hands at him from the door
When it seemed as if I could bear no more.
The fault must partly have been in me.
The bird was not to blame for his key.
And of course there must be something wrong
In wanting to silence any song.

 

La traduzione era lampante:

 

Proprio ho sperato che volasse via,
e non cantasse sempre davanti a casa mia;
gli ho battuto le mani dal limitare
quando non l’ho potuto più sopportare.
Mio in parte il torto dev’essere stato.
L’uccelletto non era stonato.
E qualcosa non va, qualcosa manca
in chi vuol far tacere uno che canta.

 

Allora ho capito. Il mio amico carissimo, tanto intelligente e informato, era come il protagonista della poesia, avrebbe voluto far volare via l’uccellino che cantava vicino a casa sua, cioè lo scrittore che scrive libri accanto a lui. Lo infastidisce. E sono d’accordo, qualche volta gli autori infastidiscono anche me. Che bisogno c’è di qualcun altro che scrive al mondo, quando ci sono già io?

Però scrivere è un atto naturale per l’essere umano, quasi come il cantare per quell’uccelletto. Quando t’innamori, che fai? Scrivi poesie (spesso bruttissime), pagine di diario (che cercherai di nascondere). E quando morirai, qualcuno ti scriverà un necrologio o magari un’epigrafe sulla lapide, perlomeno le date di nascita e morte.

E poi nella nostra vita non dobbiamo solo svegliarci, lavorare, nutrirci, dormire, abbiamo bisogno di esprimere qualcosa in più. C’è chi suona, chi dipinge, chi balla, io scrivo forse perché sono negato in tutto il resto. E pure scrivere non mi viene benissimo, magari, ma qualcosa voglio pur fare!

Ho telefonato al mio amico e gli ho chiesto: «Preferiresti sentirmi cantare?»

«Per carità» ha risposto lui «continua a scrivere, almeno non ti sento».

«Va bene, lo farò».

In effetti può sempre esserci qualcosa di peggio.

Ma a tutti quelli che ripetono che ci sono già troppi scrittori e troppi libri per aggiungerne altri, consiglio le ultime parole della poesia A Minor bird: Qualcosa non va, qualcosa manca in chi vuol far tacere uno che canta.

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Paolo Restuccia

Scrittore e regista. Cura la regia della trasmissione Il Ruggito del Coniglio su Rai Radio2. Ha pubblicato i romanzi La strategia del tango (Gaffi), Io sono Kurt (Fazi), Il colore del tuo sangue (Arkadia) e Il sorriso di chi ha vinto (Arkadia). Ha insegnato nel corso di Scrittura Generale dell’università La Sapienza Università di Roma e insegna Scrittura e Radio all’Università Pontificia Salesiana. È stato co-fondatore e direttore della rivista Omero. Ha tradotto i manuali Story e Dialoghi di Robert McKee e Guida di Snoopy alla vita dello scrittore di C. Barnaby, M. Schulz.

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