Anche quella notte aveva fatto lo stesso sogno: camminava per le strade di Madrid, disinvolto ed elegante, un sorriso quasi beffardo stampato in faccia e un passaporto falso in tasca.
Si svegliava di colpo, con la sensazione di vivere nel 1941, e di essere ancora una spia al servizio segreto di Sua Maestà. Erano trascorsi più di vent’anni da allora, ma il suo passato continuava ad accompagnarlo ogni giorno.
Uscì fuori nel giardino: l’alba, insieme al tramonto, erano i momenti migliori per godersi la Giamaica, il posto più bello che Ian avesse mai visto, e ne aveva visti parecchi. Alla fine della guerra e del servizio aveva realizzato un suo sogno: una villa immersa nel verde, non lontana da Kingston, che aveva chiamato Goldeneye, lo stesso nome dell’operazione spagnola di spionaggio, la più pericolosa, la più eccitante.
All’inizio viveva in Giamaica tre mesi l’anno, da gennaio a marzo, ma dopo il fallimento del matrimonio con Ann Geraldine Rothermere aveva lasciato Londra per vivere nel suo buen retiro, scriveva i romanzi che lo avevano reso celebre in tutto il mondo.
Ogni tanto faceva un salto a Londra o negli Stati Uniti per vedere il suo editore e qualche vecchio amico.
Margaret Leiter era uno di questi. Chiuse gli occhi e si rivide, un paio d’anni prima, con lei, a Washington. Avevano pranzato insieme, e poi avevano preso un taxi, dove avevano continuato a chiacchierare piacevolmente. A un tratto, lei aveva visto una giovane coppia uscire da una chiesa e aveva fermato il taxi: Devi conoscerli a tutti i costi, Ian, sono due tuoi grandi fan.
E fu così che Margaret gli aveva presentato Jack e Jackie Kennedy, la coppia reale degli Stati Uniti.
Ian rimase a guardare il fogliame degli alberi agitati da un vento leggero. Forse era un po’ presto per un drink, ma versò lo stesso un Vodka Martini in due bicchieri, voleva brindare con un altro amico, quello che gli aveva cambiato la vita: Take a drink on me, James.
Bibliografia:
Ian Fleming, Agente 007 al servizio segreto di Sua Maestà, Garzanti;
Ian Fleming, L’uomo dalla pistola d’oro, Garzanti.