Claudia Colaneri conduce laboratori di scrittura collettiva per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che può succedere in un normale incontro:
L’autobus è un mezzo pubblico, nel senso che riesce a sedersi solo la metà del pubblico. È un posto dove si sale, spinti da quelli dietro e, una volta a bordo, si litiga, tutti ammucchiati; più l’autobus è piccolo, più ci si mena. I passeggeri più veloci e allenati, viaggiano seduti; in piedi ci rimangono quelli sfortunati, quelli lenti e i ladri specializzati. I borseggiatori lavorano in piedi, senza tenersi con le mani; a volte vengono scambiati per ballerini e la gente gli dà i soldi spontaneamente.
Sull’autobus, l’unico che chiede permesso è il controllore, che, se è esperto, fa contemporaneamente anche l’autista. Il controllore vuole vedere il biglietto; se non ce l’hai, vanno bene anche i documenti, ma il viaggio costa di più. Quelli senza biglietto si riconoscono perché litigano col controllore; dato che questo non può far tre cose insieme: l’autista, il controllore e la multa.
Ogni autobus ha l’assicurazione che risarcisce solo se l’autista guidava senza parlare, perché gli autisti dell’autobus non ce la fanno a parlare senza girarsi.
Sull’autobus c’è un campanello che suona come quello di casa; però, mentre quello di casa serve per entrare, quello dell’autobus è strano, perché si suona per uscire.
A Londra ci sono gli autobus a due piani; a Roma, invece, vanno a benzina e si accendono con l’accendino.