Le singolari avventure dei cittadini che vivevano un tempo nella nazione più lontana dalla nostra fortunata Italia.
Era, il Malpagò, un paese bellissimo, ricco d’arte e paesaggi, dove la maggior parte delle persone era intelligente e il resto dei cittadini anche furbi, paese di geni operosi dove però non funzionava niente. Si mangiava meglio, si beveva bene, si cantava tutti, ma poi le guardie non arrestavano i ladri, i giudici ci mettevano mille anni a decidere, i dottori non sapevano curare. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.
Il Malpagò confinava a Nord col Francandò, il Prussiampò e lo Slavon. Il resto era a bagnomaria nel mar Mediterrone. La popolazione viveva di chiacchierizia, litigismo e sopportismo. I politici erano divisi in due schiere: i Magnamò che erano al governo e i Sentimpò all’opposizione. E il bello è che ogni tanto si scambiavano tra loro senza che nulla cambiasse. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.
Augusto Nichelino insegnava matematica al liceo della cultura popolare Lucius Addomino, nel quartiere più lussuoso della capitale del Malpagò. Gli studenti erano figli di genitori che truccavano i conti per non pagare le tasse. Quando cercava di convincerli che due più due faceva quattro e sei per sei faceva trentasei, i ragazzi si lanciavano certe occhiate e si davano di gomito. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.
Aurora Dell’Assunzion, una tipica bellezza del Malpagò, era la moglie di Augusto Nichelino. Lavorava al “Credito Incasserai” e non faceva mai carriera. “Sei troppo brava”, le diceva Augusto. Ma invece era troppo bella e pure troppo seria. Ogni nuovo direttore ci provava con lei, ma quando Aurora rispondeva: “Io amo Nichelino”, quello si buttava su un’altra che diventava funzionaria. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.
I cantanti del Malpagò erano famosi in tutto il mondo, avevano l’ugola roca, la faccia mesta, il cuore afflitto. Disperati d’amore (e intanto erano rincorsi dalle ragazzine fin dentro i camerini). Tristi per la povertà (e intanto giravano col Suv ma si facevano fotografare nella Panda). Poetici sognatori (e intanto facevano i conti sull’unghia con gli agenti). Quando si mettevano a nudo, non era per sincerità ma per Instagram. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.
#1 to be continued…