Sussurra, geme, a volte ride. Ma tu lo sai dov’è?
A volte lì. Ma dove lì?
Lì, proprio dietro il muro… Ssssh! Adesso tace, lo fa apposta.
Fermi!
Tic – tac – tic…
Si sentono i suoi tacchi camminare sul pavimento.
Ora si sentono appena ma… Aspetta, ma dov’è adesso?
Nella saliera, oh merda!
Adesso è nella teiera…
Ma mi dite chi è?
È una donna, si chiamava Mary, era stata l’amante di un Conte, un Marchese e poi
di un Principe: non la trattarono bene, così s’impiccò in un giorno di malinconia e di pioggia proprio qui.
Accesi il rilevatore.
Lei sta lì, merda! Adesso la vedo… È dietro di me.
Prima un sibilo e poi uno schiocco e il macchinario se ne va in corto.
Fermo! Stai fermo!
E chi si muove? Sto fermo.
La sento vicina, molto vicina… Sta dietro di me
e con un movimento circolare di anche si appiccica e geme.
“Mary”… Sospiro,
mentre un brivido freddo mi coglie.
Tic – tac – tic…
Scricchiola il pavimento.
Senti! Si muove. Accidenti!
Una finestra si apre.
Una porta si chiude sbattendo.
Il lampadario a gocce tintinna
e una risata cristallina come un’onda in verticale s’impenna.
Dov’è ora?
Sul lampadario
e si dondola a testa in giù con le cosce di fuori.
Ma tu la vedi? Mi scappa un sospiro e rispondo di sì.
Tic – tac – tic…
Scricchiola il pavimento.
Cade la saliera.
Si spacca la teiera.
Ssssh!
La luce si spegne e una risata cristallina s’impenna.
Dietro il muro si avverte un fruscio
e una risata sensuale come un onda s’infrange.
Una mano mi tocca e mi scivola dentro i calzoni…
Mi scappa un lamento e i capelli si rizzano in testa.
Dove siete?
Noi siamo qui… Ti succede qualcosa?
Insomma, nel buio qualcuno mi tocca
e in quel buio il desiderio mi acchiappa:
un desiderio irresistibile per Mary che in un giorno di malinconia e di pioggia s’impiccò proprio qui.
Tic – tac – tic…
Scricchiola il pavimento.
Si è tolta le scarpe, ora sta correndo.
Ssssh! La luce si accende mentre un valzer di Strauss ci sorprende.
Mary che in una notte di malinconia e di pioggia s’impiccò proprio qui, gira su stessa con le braccia protese in avanti.
E mentre gira, gira, gira e la musica aumenta, sento il fruscio della sua gonna e un profumo leggero mi pizzica il naso.
Mi preme le labbra in un bacio, un alito freddo mi sfiora un orecchio e un sussurro:
“Dai, muori, vieni a giocare con me”.
Poi mi prende per mano.