Prati Evanescenti

Quale occasione migliore se non farti una sorpresa? Non ti vedo da molto tempo e inutile dire e dirti quanto mi manchi?

Sono qui nel piazzale curatissimo della Sapienza di Roma i prati sono verdissimi e quasi tutte le piante sono in fiore o in fase di germoglio. Traspare quindi un’atmosfera gioviale, ed è proprio come quella che si vede nelle foto che per pubblicizzare l’università, vengono pubblicate sul sito sia dal personale che dai vari studenti delle diverse facoltà.

È da tempo che volevo venire a vedere i locali che ti ospitavano ma, purtroppo, non ne ho avuto mai modo e occasione. Allora quale occasione migliore se non farti una sorpresa? Non ti vedo da molto tempo e inutile dire e dirti quanto mi manchi ormai persino il tempo è stanco del mio essere così poco Luna ma, al contrario apatica e cupa in tutto quello che faccio da quattro mesi ed infatti ad ogni mio contatto con il mondo esterno ritrovo proprio questo.

Non importa quale sia il momento della giornata, che si tratti di mattina pomeriggio o tarda serata fino a notte fonda i temporali arrivano puntuali come orologi svizzeri.

Temporali neri come la pece fino al giorno successivo proprio come avviene nel mio stato d’animo. Sembra quasi che i temporali ed il mio stato d’animo si parlino.

Stanca di fingere di stare bene, oggi sono venuta in facoltà per riacquistare la vitalità che solo tu mi sai dare. Ti sto aspettando vicino all’uscita ma, sereno, perché tanto sono entrata nel cancello quindi, posso aspettare e bada bene non mi importa quanto tempo. Io sono qui per me per te per noi a me basta anche solo respirare dove sei per ritrovarmi veramente. Rimango affascinata dai fiori che pervadono l’edificio in prossimità della sua entrata. È tutto così perfetto, curato. Non a caso viene chiamata “città universitaria”. Mi avvicino al custode anziano che sorveglia il piazzale fiorato con dedizione e fiera professionalità. Gli chiedo se posso fare un giro veloce sui prati perché voglio respirare anch’io quello che respiri tu ogni giorno, quando vai a lezione. Il custode mi risponde di sì dicendomi inoltre che c’è un percorso apposito per arrivare a camminare respirando così l’aria libera dei prati.

Quell’aria di semplicità e complicità, che pervade sia te che i tuoi sensi. Entusiasta lo ringrazio e mi incammino verso i prati curiosa di conoscere un luogo che ti appartiene ed altrettanto curiosa di fare quell’esperienza sensoriale che altrettanto mi affascina.

Tranquillo amore, l’orologio è sempre con me non dimentico che purtroppo tu sei ancora a lezione, ma mi consolo pensando e dicendomi che tanto sono qui fuori, quindi appena esci prima ti salto addosso e dopo andiamo in saletta grigia come ci piace tanto.

Finalmente dopo salite e discese più o meno lunghe eccomi sui prati. Il silenzio che c’è qui è veramente rigenerante, mette in connessione l’uomo con la sua anima, senza elementi inutili.

Una volta arrivata ai prati invasa da fiori colorati appena germogliati, decido di farmi guidare da quest’ultimi e vedere dove mi portano ma, soprattutto mi chiedo dove ti avranno guidato? mi hai pensata? Domande che ovviamente non hanno e non avranno mai risposta. Decido di accantonare le mie domande per vivermi a pieno questa mia esperienza sensoriale, in fondo oggi è anche il mio giorno. Lascio che l’arcobaleno floreale mi guidi, proprio come avevano fatto in precedenza i fiori, senza porgli domande o alcun limite. Passo tra vari fiori, profumi intensi e colori accesi.

Arrivo in un altro prato molto più piccolo ma sempre curatissimo, come un gioiellino. Anche quest’ultimo è un piccolo arcobaleno floreale ma, camminando scopro che a differenza dell’altro porta in un bosco e io assecondando la mia selvaggia curiosità, decido di addentrarmi. Ovviamente l’orologio è sempre con me per controllare il tuo orario di fine lezione. Così come in tutta la mia selvaggia e completamente inaspettata ispezione naturale.

Il bosco contrariamente a tutto quello che ho visto fin ora, non è molto curato e possiede alberi molto lunghi e folti. “Qualcosa non mi quadra, ho pensato”.

Da quel momento in poi ho tirato fuori lo spirito di “donna detective” che credo fermamente appartenermi sin dalla tenera età. Ho continuato a camminare l’orologio, è sempre in bella vista. Continuo a barcamenarmi tra le erbacce e gli alberi abbandonati a sé stessi, pur non sapendo bene cosa stessi cercando, perché effettivamente non stavo cercando nulla. Sono andata lì per una semplice passeggiata, contornata ed immersa nei prati che però poi si è trasformata in completamente in una sorprendente ispezione naturale. Lo spirito selvaggio ormai si è impossessato di me, d’altronde, sono due ore che sto tentando di esplorare la tua l’università, in tutti suoi angoli, aspettando che finisca la lezione. Dunque, anche se ora vorrei spaccare la porta dell’aula, dove stai ascoltando la lezione. Ebbene sì hai capito benissimo, vorrei spaccare la porta dell’aula, mi manchi da morire e sento la frustrazione che mi invade tutto il corpo, come se non bastasse, questa lezione sembra non finire mai. Non posso però, lasciare che il mio spirito selvaggio e la donna detective che sono in me, non vengano appagate. Ho solo una domanda che mi ronza incessantemente nella mia testa. Perché così tanta discrepanza tra luoghi così in prossimità? Ed ecco la risposta, proprio a meno di due chilometri da dove sono io adesso. Proseguendo sempre, all’interno del bosco, trovo un foglio a righe sgualcito. Il foglio è chiuso, quasi a voler formare una pallina di carta, proprio come quelle palline di carta con cui i bambini delle scuole elementari si dilettano in classe, per superare la loro noia.

Mi fermo vicino a un tronco di un albero e rimango interdetta sul da farsi, quando non troppo in là, dal tentativo della pallina di carta, vedo posata tra l’erbaccia una foto a cui sono molto legata.

La foto ritrae il nostro amatissimo ed adorato tatuaggio. Fatico veramente a capire e anche se molto spaventata torno indietro solo di qualche chilometro per aprire, con smania e decisione la palla di carta. Sul foglio c’è scritta una strana lista, che mi suona familiare.

La lista è composta da: capelli rosso ramato, pertanto non mi appartengono, scritta “lost”, filtri Marlboro light, occhiali da sole Ray-Ban e in fine la stessa foto del nostro tatuaggio che già avevo trovato poco prima di aprire la lista. Dopo aver letto la lista il cuore mi si è fermato, sono tutti frammenti di ricordi, legati alla nostra relazione. Ho guardato l’orologio, convinta di aver sbagliato qualcosa ma, poi, penso, se ti fossi perso mi avresti chiamata. Guardo il cellulare, non sapendo bene cosa aspettarmi, se una sua chiamata o meno. Sono in confusione, che cosa ci fanno frammenti della nostra storia lì?

Percorro nuovamente tutto il tratto che ho fatto per arrivare lì ai prati ma, al contrario, così da arrivare davanti alla porta dell’università. Arrivo lì davanti affannata e con il cuore in gola, controllo che tu sia effettivamente a lezione. Tu ci sei e infatti dopo quindici minuti, finalmente esci. Eccoti, bellissimo con i tuoi inseparabili occhiali da sole, jeans blu chiaro e camicia bianca. I capelli li hai tagliati, il ciuffo super cool da figo irresistibile, non sto enfatizzando, lo sei davvero. Sono fortunata lo so. La pettinatura è supportata da una quantità spropositata di gel profumato, il che ti rende ancora più affascinante, il tutto è inebriato di quel tuo inconfondibile profumo di fiore delicato, appena germogliato.

La cosa che però mi è mancata maggiormente, è assolutamente il tuo odore, l’odore di casa, che solo tu mi sai dare ogni volta, anche solo con uno sguardo. Mentre penso a tutte queste sensazioni, ti salto addosso e ti stringo. Ti stringo non solo perché, mi sei mancato come l’aria che ti manca quando vai sott’acqua.

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