Si può essere pavidi nella vita ma “coraggiosi” nella scrittura. Può succedere. Per esempio può capitare che una persona sia incapace di reagire alle violenze, sia fisiche che psicologiche; ma poi non sia per nulla remissivo, per così dire, nella scrittura. A me è capitato, in modo lampante e paradigmatico ne Il sorcio, che racconta del mobbing che subivo in banca da parte di un collega violento e becero, chiamato appunto il Sorcio, che mi vessava e umiliava. Io con lui subivo, ma mi vendicavo in qualche modo nel libro, per un certo periodo ciò avvenne simultaneamente… Non voglio dire banalmente che si scrive romanzi per vendicarsi di qualcuno, no, è un processo più complesso più ambiguo, più sottile… ma certo l’atto della scrittura può essere anche liberatorio, per me con Il sorcio (e in molti altri casi) lo è stato. Invece di fargli causa, gli ho dedicato un libro.
“Caledonian Road” di Andrew O’Hagan – traduzione di Marco Drago (Bompiani)
Una storia senza innocenti o vincitori, ma solo persone ferite che riescono a farcela con quello che resta dopo un evento drammatico destinato a essere uno spartiacque nelle loro vite.