Per quanto incredibile possa essere il sapore di un gelato, no, il verde non va proprio bene. Eh sì, perché il colore è avvisaglia di qualità.
Esiste una regola da seguire per riconoscere un gelato mediocre al primo colpo e non trovarsi a dover scomodare l’alter ego iracondo del Dottor Banner che è in tutti noi.
Il colore. Il colore del gusto deve essere legato al prodotto di riferimento, un pistacchio verde intenso ha un’aggiunta di clorofilla; una menta verde Slimer, fantasmino rotondo e bavoso dei Ghostbusters, sarà senza dubbio una menta con all’interno tutto tranne che menta.
Il colore deve rispecchiare la natura. Non dobbiamo lasciarci ingannare dal marketing visivo, il colore deve essere semplice, deve portarvi subito in un campo di fragole coperto di rosso succoso e non rosato.
Detto ciò, l’unico gusto dal colore particolare ma tollerabile, pur se lontano dalla nostra tradizione, è il gelato al Tè verde. Un verde vellutato, in grado di rasserenare l’animo sensibile del Bruce Banner di turno.
Tuttavia non sempre l’ira di Hulk è un male.
Qualora vi trovaste a pochi metri da gusti gelato al Puffo o BigBabol, diventate verdi, ma più verdi che potete e con tutta la rabbia che avrete in corpo, scaricate le vaschette contenenti simili abomini su nel cielo, nell’iperspazio, fin su Marte, per far si che presto, il genere umano se ne dimentichi.
Dentro la lampada
Il tocco
“Le dico mamma non toccarmi. Niente. Che fastidio ti dà? mi dice”. E con le mani continua a scavare nella carne del figlio.