Ma la letteratura deve servire a qualcosa, forse vi sarete chiesti qualche volta: a me è capitato. No, la letteratura non deve necessariamente servire a qualcosa, non ha nessun obbligo verso nessuno, la letteratura. Come niente poi diventa servitù, dogma, dovere, distopia ecc. per carità, no! E tuttavia mentre scrivi forse un po’ devi illuderti che essa lo sia, che sia “utile”, che abbia uno scopo. Per la vostra salute mentale, anzitutto, per il risultato che ottenete. Ed è meglio se tale scopo, tale obbiettivo sia “etico” più che “formale”, “estetico”, a gusto mio. Questa faccenda meriterebbe un
approfondimento che qui non possiamo permetterci. Ma insomma, immaginate di scrivere per migliorare il mondo, per rendere gli uomini più sapienti, più buoni e più giusti e più liberi, anche se sapete che per la gran parte è una illusione. Non dico di arrivare a sentirsi dei messia incarnati mandati sulla terra per convertire eccetera, come capitò a Gogol’ negli ultimi anni, dando fuori di matto. Ma un po’ di sana illusione lasciatela a voi stessi mentre scrivete, del resto la letteratura è la più grande delle illusioni!
“Caledonian Road” di Andrew O’Hagan – traduzione di Marco Drago (Bompiani)
Una storia senza innocenti o vincitori, ma solo persone ferite che riescono a farcela con quello che resta dopo un evento drammatico destinato a essere uno spartiacque nelle loro vite.