Wislawa fissò ancora la foto sulla rivista di qualche anno prima, dove l’anziana scienziata, insignita del Nobel per la Medicina, era ritratta in posa accanto al Re di Svezia.
Non riusciva a staccare gli occhi dall’abito di gala indossato dalla neurologa italiana, elegantissima e regale, avvolta da una mirabile costruzione di raso verde scuro con inserti e volute di un bellissimo viola. Anche il creatore dell’abito era italiano, uno stilista importante che vestiva solitamente dive del cinema e principesse. Wieslawa sospirò, sentendosi vagamente oppressa. Fino a quel momento aveva pensato che, per la cerimonia del 10 dicembre a Stoccolma l’abito di velluto nero, quello indossato al funerale di suo cugino il Colonnello, sarebbe andato bene ma ora, dopo aver visto la sontuosa armatura che sorreggeva quella donna fragile e anziana non ne era così sicura. Si guardò intorno, sconfortata. Il suo appartamento, una conquista di cui andava fiera, con il riscaldamento centralizzato e un bagno tutto suo, ora le sembrava grande quanto un cassetto, con quei mobiletti da poco, fatti su misura per sfruttare tutto lo spazio possibile. Dovrò comprare un vestito nuovo, pensò, e forse anche degli occhiali più belli, e tra un po’ magari cambio casa… A questo pensiero scoppiò a ridere: stava già spendendo tutti i soldi del Nobel ancor prima di averli ricevuti!
Il vestito nero andrà benissimo, disse ad alta voce scuotendo la testa. A quel suono il gatto grigio seduto sul davanzale davanti alla finestra mosse pigramente la coda. Oggi sta guardando il mondo al posto mio, pensò Wislawa, chissà se anche lui scrive poesie.
Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012), poetessa e saggista polacca premiata con il Nobel nel 1996 .