Scegli il nuovo iPhone, un cazzo di televisore piatto, Ikea, gli amici falsi, il gatto nudo, il corso di judo. Scegli la carriera, la famiglia, scegli di marcire in un ospizio, elimina ogni vizio, come quel tizio. Chiediti chi cazzo sei domenica mattina, scegli il tuo futuro, un posto sicuro, scegli la vita.
Il mutuo a rate, la crociera, lontano da guai e galera. Scegli una persona affine, attendi il giorno della fine.
Chi non ricorda Mark, tossico quanto carismatico protagonista di Trainspotting? Le sue perle trasformate da Noyz Narcos in rime sono croce e delizia.
Noyz, classe ‘79 è la crema di una volta, quella assoluta, uno dei migliori rapper italiani che Roma abbia prodotto. È crema artigiana, uovo e scorza dura di limone, crema come il fumo che per strada ti spinge il pusher giusto, quello che non conosci ma che sai per certo non ti mollerebbe mai una crepa.
Noyz dedica a Mark Renton una traccia nel suo nuovo album, – merda d’élite – rima quando definisce il peso della nascita del suo alter ego artistico.
Merda d’élite, come i diamanti che nascono dal letame.
In contrapposizione alla raffinata intellighenzia gourmet, mi sento vicino a Noyz mentre svicola per le strade buie di Roma, cercando parole nella sostanza grezza, vera, consapevole che la semplicità della strada forgi caratteri limpidi come diamanti puri, genuini e rudimentali. Come una crema ghiacciata e saporita.
E il Noyz solca il cavalcavia, arriva come un pugno nelle viscere, come un paradossale sorbetto di nocciola laziale, tostata a dovere senza crismi e presentata nuda e cruda a sorbetto, priva di sovrastrutture di latte panna o uova.
Noyz è il Mark Renton del panorama musicale italiano. Forgiato dalla vita mentre squaglia su un cucchiaino una dose di crack poco prima di farsi, mentre le luci colorate si accendono, Purple Rain, inizia il trip e gli crediamo giù, fino nell’abisso del suo animo. E mentre si scalda la nocciola in acqua e zucchero agitando il composto, il vortice che si crea lento ci risucchia, mentre la vita diventa liquida ricomponendosi là in fondo, dove il peso dell’autodistruttività è ora leggero.
Si mischia alla sua crew il Noyz, mixano Angostura, Vodka e Ayahuasca, – mixa con il dito e butta giù – rima, perché l’alcol scaldi l’animo, come scalderebbe un sorbetto di Screwdriver.
L’alcol ha un potere anticongelante, abbassa il punto di congelamento in fase di produzione del gelato e funziona anche con gli animi tormentati, quando scorre nelle vene e scongela il freddo pungente che affatica cuori congelati da sempre.
Per questa ragione lo stesso Noyz è consapevole di essere “cold vein”, vene ormai congelate di un romanissimo Mark Renton, che con forza centrifuga vuole cambiare. Quando avrà avuto tutto dalla sua città, l’avrà spremuta con il suo animo, sarà pronto a girare il mappamondo per puntare un dito a caso e andare via.
Ma a giro, ovunque, sempre lanciato come una Mc Laren, resterà l’unico Mark Renton del Prenestino, come uno Zabaione corretto al Marsala riconoscibile in tutto il globo.
Merda d’elitè.