Storie di persone normali che si trovano a vivere eventi eccezionali. Succede questo alle persone in tempo di guerra. Riemergono lettere e una nipote prova a trovare la mappa, come i sassolini di Pollicino, che riporti a galla la storia della nonna e del nonno, ognuno, separato dall’altro, impegnato a sopravvivere alla guerra, alla mancanza di cibo, al sospetto, alla noia, al bisogno di emancipazione femminile. Goffredo, detto Fred, e Silvana sono una coppia giovane che vive a Trieste, lui operaio all’ILVA, lei casalinga, dedita all’amore coniugale e alle attenzioni per la bambina appena nata, Egizia.
L’armistizio dell’8 settembre li separa fino alla fine della guerra, lei viene accompagnata ad Albisola, in provincia di Savona, mentre lui tornerà a Trieste, a lavorare e a mantenere a distanza la famiglia. Qui Goffredo verrà invitato a entrare in una brigata partigiana e subirà il fascino inquietante di un giornalista tedesco, Johannes Neumann, innamorato della ex fidanzata, moglie del Colonnello Von Stauffenberg, implicato nel complotto per uccidere Hitler. Le tensioni tra bene e male, umanità, senso dell’onore e paura aprono crepe nell’anima di Goffredo, ma mantengono salda Silvana, che continua ad amarlo, pur restando fedele all’idea che una donna ha il diritto di lavorare e non appartiene né al marito, né alla famiglia di lui.
Le distanze delle loro vite si tramutano in disperate confessioni amorose e litigi sulla carta, in una serie di lettere in cui lui non racconta, per non metterla in pericolo, la sua scelta di unirsi alla brigata partigiana, e lei invece ribadisce il suo desiderio, che non toglie nulla all’amore per il marito, di essere autonoma, libera dalla sorveglianza dei suoceri. Gli scioperi degli operai, i rastrellamenti, le epurazioni massive rendono il loro tempo quello pericoloso di un mondo collassato, affogato e ormai destinato a cambiare.
Silvana, in una lettera accorata, chiede a Goffredo, e lo chiede anche un po’ a chi legge, “ma quando sarà terminato l’amore che ancora ci unisce, cosa sarà di noi?”, perché oltre quell’amore c’è un futuro incerto e disturbante. Eppure l’amore immaginato, tenuto in vita dal ricordo, resta in attesa, una piccola luce nel buio.
Scoprendo le lettere, l’autrice mette insieme le parole furiose e intense delle persone, amate e ai suoi occhi sconosciute, che hanno contribuito alla sua esistenza. La loro gioventù disperata, tradotta in parole e offerta, lucida, agli occhi del mondo.
“Ancora una volta ti ringrazio per l’aumento di stipendio, non era tuo dovere sai, e non è mio diritto: ho solo tanto amore e tutto passa in seconda linea, cioè dopo il mio amore e il mio orgoglio.
Voglio una spiegazione chiara e netta a questa tua frase: ‘litighi con mia madre al solo scopo di consolidare la tua indipendenza e di sfuggire ai suoi occhi’. Mi avevi lasciata a balia? Sotto tutela? Ti prego di darmi una spiegazione meno subdola e più chiara, perché io non ho da nascondermi agli occhi di nessuno e a quelli di tua madre men che meno”.