Arthur Miller fissò la donna vestita di nero seduta di fronte a lui: il volto scavato, brillanti alle orecchie, collo rugoso e braccia scheletriche, la baronessa Blixen ricambiava lo sguardo socchiudendo gli occhi bistrati di kohl, mentre sorseggiava una coppa di champagne.
Da tempo Isak Dinesen, alias Karen Blixen, desiderava conoscere Marilyn Monroe e Carson McCullers, romanziera e sua buona amica, nel febbraio del 1959 aveva organizzato un pranzo nella sua casa di Nyack (New York) per farle incontrare.
L’invito era stato esteso anche ad Arthur Miller, all’epoca marito dell’attrice.
In America giravano molte voci sull’anziana scrittrice: una di queste sosteneva che a causa della sifilide la Blixen, per nutrirsi, potesse tollerare solo ostriche e champagne.
Miller si sentiva a disagio di fronte a quella donna dall’aspetto enigmatico e regale e, per rompere il ghiaccio, le chiese quale medico le avesse imposto un simile regime alimentare.
Gli occhi della baronessa Blixen diventarono due fessure mentre rispondeva sdegnata che nessun medico poteva averle prescritto una simile dieta.
A volte mangiava anche asparagi, uva e gamberi, e beveva the, ma questo non glielo disse.
Girò lo sguardo su Marilyn: bionda e burrosa, sorrideva ai fotografi chiamati da Carson per immortalare l’incontro.
Sorride come una che ha voglia di piangere, pensò.
Miller continuava a blaterare di alimentazione sana e proteine, continuando a farle domande sull’importanza di un regime alimentare sano ed equilibrato.
La baronessa Blixen, ormai, ne aveva abbastanza di tutte queste considerazioni salutiste.
I suoi occhi erano diventati due buchi neri: – Non so niente di tutto questo, ma sono vecchia e mangio quello che voglio!, sibilò sprezzante mentre si alzava e si dirigeva verso Marilyn e il suo sorriso lunare.
Karen sollevò la sua coppa di champagne come per brindare alla salute di quella creatura morbida e burrosa, mentre si avvicinava per farsi fare una foto con lei.
Bibliografia:
Karen Blixen, Il matrimonio moderno, Adelphi;
Karen Blixen, Ultimi racconti, Adelphi.