La pozzanghera

Un bambino corre sulla sua bici. Oggi è il suo compleanno. Sa che al suo rientro a casa lo attende una sorpresa...

La pista ciclabile è costellata di pozzanghere.

Un bambino corre sulla sua bici rossa come l’uva fragola.

Oggi è il suo compleanno. Sa che al suo rientro a casa lo attende una sorpresa. Il bambino adora le sorprese e i suoi genitori ogni anno ne organizzano una. Un pigiama party? Forse. Non ne ha mai fatto uno. Forse 8 anni sono abbastanza per farne uno con i compagni di classe? Pedala accanto al bambino il padre in bicicletta.

Il figlio vorrebbe gareggiare come nei giorni di sole. Vorrebbe arrivare per primo a casa e vincere il premio tanto ambito: un lego Batman. Il figlio sale in piedi sulla bici. Potrebbe spiccare il volo come un pipistrello. Sorride all’idea di fare qualcosa di diverso. Qualcosa che apra uno spiraglio di sole tra i nuvoloni grigi di un giorno così speciale. Una pozzanghera nasconde la buca che fa cadere il bambino dalla bicicletta. Il figlio scivola sull’acqua invadendo la corsia degli autobus. Un autobus non vede il bambino e lo travolge. Arriva il papà, butta la bicicletta di lato e cade in ginocchio. Guarda verso la bicicletta rossa. Lì accanto c’è rimasta una sola scarpa da tennis del figlio. Il padre se la stringe al petto. Piange. Dall’autobus scendono i passeggeri e l’autista. Tutti guardano la bicicletta rossa incastrata tra le ruote del bus.

Sulla cima della collina c’è una casa. È tutta bianca, tonda e alta come un faro. Si affaccia sul mare e osserva il cielo tingersi di indaco e smeraldo. D’improvviso centinaia di lanterne rosse si librano leggere come le lucciole d’inizio estate.

La madre è seduta accanto al padre. Guarda lo spettacolo di lanterne rosse e arancioni. Un anno è passato dal giorno dell’incidente. Al figlio sarebbe piaciuto tanto uno spettacolo di lanterne magiche.

Irrompe l’esplosione di un fuoco d’artificio. La scia verde e rossa della polvere sale verticale come un drago cinese toccando il punto più alto del cielo e ridiscende portando con sé fulmini e pioggia. Moglie e marito corrono verso la veranda della casa per ripararsi dal temporale. Lei accende un fuoco. Le fiamme crepitano e scoppiettano come piccole stelle d’artificio. Finito lo spettacolo sarebbe arrivato il momento della torta. Tutti i compagni di classe si sarebbero raccolti attorno alle candeline. La madre chiude gli occhi per un istante e immagina la scena: rivede il sorriso del figlio, le foto che avrebbe scattato quel giorno, i regali che avrebbe scartato e la sorpresa delle lanterne magiche.

La pioggia picchia forte sul tetto della veranda, mentre le lanterne magiche vengono divorate dal vento e dal mare.

 

Quando si sveglia la camera è avvolta dalla luce del mattino. Afferra la vestaglia, si infila le ciabatte e scende giù in cucina. Prepara la colazione. Mentre il bollitore dell’acqua fischia entra un granchio dalla veranda. Sale sulla tavola e ruba un pezzetto di biscotto. Lo sgranocchia. Quando la donna si accorge del granchio caccia un urlo. Il granchio scappa su per le scale, sale al secondo piano e va a sbattere contro la porta del bagno.

Il marito apre la porta e il granchio si infila dentro il bagno. L’uomo sta per sedersi sulla tazza del water che alla vista del granchio gli tira addosso una saponetta.

 

Il granchio salta giù e fugge nella stanza del bambino. È rimasta ancora così, intatta. Nulla è stato buttato via. È solamente troppo pulita e molto ordinata per essere la stanza di un bambino di 8 anni. E profuma di fiori freschi. La donna in vestaglia e il marito in accappatoio stanno lì fermi sulla soglia della porta indecisi sul da farsi. Il granchio allora si arrampica su per una scarpiera, la apre e fruga tra le scarpe da tennis. Ne sceglie una.

– Fermo! – Grida la donna.

Il granchio spaventato corre via, inciampa e ruzzola giù per le scale, scappa in veranda e si infila dentro il caminetto. La scarpa però è troppo grande per nasconderlo. La donna afferra la scarpa e il granchio che la stringe a sé. Tirano entrambi. La scarpa vola via verso l’esterno della casa. La donna e il granchio corrono verso la scarpa. Più veloce è il granchio che la trascina giù per la spiaggia. “Che granchio ostinato” pensa lei mentre si alza la vestaglia e cerca il granchio che si avvicina sempre più al mare. “Eccola!” si getta sul granchio e gli toglie la scarpa.

Si alza d’improvviso un forte vento di scirocco che getta della sabbia negli occhi della donna. Sale la marea e avanzano delle onde minacciose verso la spiaggia. Si innalzano e si rifrangono violente sopra di lei. Trascinano via la donna con la scarpa in mano e il granchio.

A poco a poco affiorano delle immagini nell’oscurità marina. Si accendono delle luci che proiettano come in una pellicola cinematografica i ricordi del figlio: il primo compleanno. Il primo regalo ricevuto: due scarpette da tennis. Il figlio che sorride e ne sceglie una. La mordicchia con le gengive ancora da latte. Il giorno del suo quarto compleanno, quando riceve la sua prima bicicletta. Riconosce ora l’ultimo ricordo del figlio a 8 anni. È lì sulla porta che la sta salutando. Ha in mano la bicicletta rossa.

– Aspetta, non andare. Aspetta che prendo la bicicletta anch’io!

Il ricordo finisce qui. La madre è tristemente assorta. La porta le si chiude davanti agli occhi.

Piange stringendo in mano la scarpa del figlio. D’improvviso la scarpa trema freneticamente. Scivola dalla mani della madre e sale in alto. Lassù esplode in un gigante fuoco d’artificio. Cade un bel luccichio di polvere che va disegnare un tunnel colorato. Ai lati del tunnel entrano delle lanterne rosse che avanzano verso l’uscita. Il granchio sbuca da sotto la vestaglia della donna e corre verso le lanterne come per afferrarle. La donna si asciuga le lacrime e si incammina verso l’uscita, guidata dalle luci.

Alla fine del tunnel la donna sbuca da una pozzanghera. La pioggia le scende come sospesa sugli occhi. Si guarda attorno. Vede il figlio e il marito pedalare al rallentatore. E da quel punto in poi i battiti del cuore accelerano. La testa si volta indietro, a destra e poi a sinistra. D’improvviso vede un autobus avanzare lentissimamente verso il punto dell’incidente. Si volta verso il figlio e vede che sta cadendo dalla bicicletta. Le gambe scattano in avanti e corrono dal figlio. Le ginocchia si buttano in avanti, le braccia afferrano il figlio e con tutta la forza cambiano la direzione della sua caduta. Il bambino si ritrova sul marciapiede abbracciato alla madre. L’autista suona il clacson e passa oltre. La madre è tornata indietro. Il tempo riprende il suo ritmo naturale. Il padre pedala veloce verso di loro. Scende dalla bicicletta e si getta tra le braccia del figlio e della moglie.

Smette di piovere.

Il padre è meravigliato e ancora un po’ spaventato.

– Andiamo a casa?

– Sì, tesoro – risponde lei.

– Mamma, mi porti la bicicletta? – Chiede il figlio.

– Perché?

– Mi fanno male le gambe.

Il padre apre la bocca, ma le parole non escono.

Lei fa cenno di no con la testa.

– Oggi è il tuo compleanno. La porterò io.

Lei gli dà una carezza sul viso e gli sorride.

Il figlio accenna un mezzo sorriso.

E poi di colpo il padre lo afferra e lo butta sopra le spalle.

– Come ti sei fatto pesante, sei proprio diventato grande!

Il figlio ride. Adora le improvvisate del padre.

“Chissà se la mamma e il papà mi hanno organizzato un pigiama party stasera” pensa il bambino che oggi ha compiuto 8 anni.

 

 

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Viola Ezeiza

Illustratrice e fumettista, tiene corsi di disegno creativo per bambini e adulti, al momento attivi per le librerie "Una Montagnola di storie" (Roma) e "Il Bianconiglio" (Montalto di Castro). Ha lavorato come concept artist per il videogame "Dawn" della National Film and Television School. Ha curato e realizzato per la rivista "Dentro la lampada" della Scuola di scrittura creativa Genius le storie disegnate di "Peluche And Friends", alcune copertine per i racconti degli allievi e collaborato al progetto "Il disegno e la voce" per Casa+ della Croce Rossa Italiana. Nei ritagli di tempo passeggia nei boschi e viaggia con uno zaino in spalla.

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