“Non so perché i personaggi e le espressioni del sogno mi si imprimano nella mente con più forza di quelli della realtà. Più che paesaggi e creature, le visioni del sogno sono per me dei sentimenti. È il sentimento di un paese che io sogno, il sentimento di una persona”, così scrive Elsa Morante il 14 marzo sul suo diario, ristampato nel 2022 da Einaudi col titolo Diario 1938. Un diario dei sentimenti, appunto, che copre un arco di tempo brevissimo, dal gennaio al luglio di quello stesso anno, e in cui l’autrice si racconta tramite i sogni. Sogni carichi di erotismo, pagine appassionate, scabrose e disperate insieme (“Ho voluto dormire col sapore di A. nella bocca per vedere che sogni avrei fatto” o “Il mio corpo nudo, esile, gentile e candido, con quell’adolescenza sua, davanti alla vetrata”) in cui ritroviamo parole e ossessioni che torneranno senza pace nei suoi racconti e romanzi futuri.
Quel 14 marzo del 1938 la Morante non ha neanche ventotto anni, capolavori come L’isola di Arturo, Il mondo salvato dai ragazzini, La Storia, solo per citarne alcuni, sono ancora lontani. Leggere di lei, di com’era allora, quindi, è un’occasione che sarebbe davvero un peccato sprecare. Un’occasione e un privilegio che vorremmo avere con tutti gli autori che amiamo e odiamo prima ancora che scrivano quel romanzo o racconto che ci cambierà, per sempre, la vita.
Buona Lettura!