Secondo la visione romantica dell’arte, un’opera letteraria è la produzione esclusiva dell’autore o dell’autrice, che la genera attingendo il materiale dal suo talento innato. L’autore, quindi, come unico protagonista nella creazione di una storia.
Esiste tuttavia un’altra linea di pensiero, sostenuta da autori illustri come Popper e Borges all’estero, Calvino e Buzzati in Italia, per i quali nella creazione di una storia l’autore svolge un ruolo subalterno, limitandosi a captare e modificare un materiale proveniente da una dimensione a esso esterna, non sottoposta ai vincoli dello spazio e del tempo: inconscio collettivo, Mondo-3, Tlon, Uqbar, ecc.
Diversi sono i nomi che i portabandiera di una simile concezione hanno attribuito a questo enorme deposito di storie a cui chiunque si può collegare, come in un moderno cloud, per scaricare tutte le possibili storie, da quelle che riempiono i volumetti di Harmony ai capolavori irraggiungibili della narrativa universale.
Un classico della letteratura che sostiene questo punto di vista, è la raccolta di racconti Finzioni (o Ficciones in lingua originale) dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, pubblicata nel 1944.
Tra le storie che la compongono, che Borges ha ovviamente scaricato dal “cloud”, vale la pena menzionare quella che vede come protagonista Pierre Ménard, un autore immaginario, che riesce a riscrivere il Don Chisciotte di Cervantes senza sgarrare nemmeno di una virgola.
Proprio perché il Don Chisciotte, così come le storie che sono state già scritte o quelle che si dovranno ancora scrivere, sono tutte conservate nel cloud: sta agli scrittori e alle scrittrici di ogni tempo, il compito di selezionare quelle più originali e trasformarle in romanzi o racconti.