IL VIOLINO E LA VIOLA. Gioie e dolori di due strumenti ad arco

Chi non conosce gli archi? Accompagnano matrimoni, situazioni romantiche e sono i protagonisti di tutte le composizioni sinfoniche più celebri.

Chi non conosce gli archi? Accompagnano matrimoni, situazioni romantiche e sono i protagonisti di tutte le composizioni sinfoniche più celebri. Su questi strumenti di legno a quattro corde viene strisciato un archetto, un’asticella tra le cui estremità sono tesi crini di cavallo. Facendo attrito con le corde le mettono in vibrazione, emettendo così suoni sublimi oppure inascoltabili. La vera difficoltà sta nell’azzeccare le note sulla tastiera senza tasti.

 

Non è solo la difficoltà a incutere in molti una certa soggezione, ma anche il repertorio di questi strumenti, che si pensa faccia parte solo della musica classica. Basta però entrare in una taverna irlandese o ascoltare Viva la vida dei Coldplay per capire che gli archi sono anche strumenti folk e pop. Perfino la musica classica composta per il violino è in grado di trascinare la folla. È il caso del violinista David Garrett, diventato un divo rock, grazie al virtuosismo e alla presenza scenica con cui negli stadi suona Paganini, acclamato dal pubblico.

 

La seconda puntata della Musica del Piffero — il podcast che vuole abbattere stereotipi e preconcetti sulla musica e su quegli strumenti considerati più “classici” — introduce gli archi, partendo proprio dal violino e dalla viola.

Il violino è una prima donna, sia per la sua prevalente presenza quantitativa in orchestra, sia per il suo ruolo di solista o a volte sostituto del direttore d’orchestra nel dare l’attacco agli altri strumenti. È ovvio: chi ha la voce più alta, il tono più acuto, si fa sempre sentire e si impone con prepotenza.

 

La viola invece è la protagonista di barzellette raccontate tra i musicisti. Ha un suono meraviglioso, ma nell’ambiente musicale è trattata come uno strumento “del piffero” per il suo ruolo di strumento di accompagnamento. Si differenzia dal violino, per la lunghezza delle sue corde che rendono lo strumento inevitabilmente più grande. Per questo il suo timbro è molto più caldo e più grave.

 

Tuttavia, anche la viola ha un repertorio come strumento solista e Chiara Parrini, primo violino dei Solisti Veneti e docente al Conservatorio di Udine, dichiara il suo amore per le sue qualità timbriche e anche per la posizione che ricopre nell’orchestra. Ascoltando il suono caldo di questo strumento ci facciamo l’orecchio e magari ce ne innamoriamo anche noi!

 

Ascoltate quindi la seconda puntata e fateci sapere se avete un po’ cambiato idea su questi due strumenti!

Ascolta “"La musica del piffero – Il Violino e la Viola" di Isabella Longo” su Spreaker.
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Isabella Longo

Docente di lingua tedesca nelle scuole superiori e musicista amatoriale, Isabella Longo sostiene l’importanza di un’educazione musicale per tutti. Dal 2010 è curatrice per la Fondazione G.E.Ghirardi ONLUS della Festa della Musica Attiva (FDMA), presso Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (PD), dedicata a chi suona per passione, coordinando anche le rassegne delle scuole a indirizzo musicale del Veneto. Nel giugno 2022, in collaborazione con il Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti, ha organizzato per la Fondazione G.E. Ghirardi il convegno nazionale “Le OrchestreSociali. Vivere un mondo migliore”, dedicato alla funzione inclusiva ed educativa dei cori e delle orchestre giovanili. Da autodidatta ha ideato e condotto per Radiowellness Network la trasmissione radiofonica Musica senza Confini. Attraverso interviste alternate a brani musicali apre il mondo dei musicisti a un pubblico generalista, spaziando dalla musica classica al genere pop e includendo approfondimenti sulla musicoterapia e sulle patologie provocate dal training musicale. Dopo aver seguito nel 2021 il percorso formativo della Scuola di Podcast Genius ha creato “La musica del piffero”, podcast di cui Radio Genius ha prodotto nel 2022 i primi 7 episodi, presenti sulle principali     piattaforme. Ironicamente invita a scoprire gli strumenti e il loro repertorio per imparare ad amarli e magari a suonarli, nonostante un’esperienza negativa con il flauto dolce negli anni della scuola media.

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