Sono molto contento di presentare questa autrice e questo libro. Contento anche di averlo letto perché credo che mi abbia insegnato qualcosa. Per anni Claudia Colaneri ha fatto un lavoro splendido come educatrice a contatto con dei disabili cognitivi. Ha scelto il dialogo per comunicare con loro e la scrittura per fare arrivare i loro pensieri illuminanti, ma anche contorti, spesso emozionanti, talvolta dolorosi, fino a noi. Lo ha fatto prima in una serie di articoli per questa rivista e poi appunto in questo libro che è appena uscito, con un titolo che già dice molto: Eva mangiò una mela e la partorì con dolore (arricchito dall’immagine di copertina di Luigi Annibaldi). Sono contento perché spero che i loro pensieri e le loro parole raggiungano molti più lettori di quelli che hanno avuto finora. Ogni tanto Claudia ha pure invitato degli autori a passare qualche ora con loro, vi posso raccontare che lo sguardo degli scrittori, quando tornavano, era diverso. Non posso dire come, ma Claudia e i suoi riuscivano a strappare alla quotidianità un momento unico, lieve, allegro e profondo. Ora potete scoprirlo anche voi e se vi va (oltretutto per chi ci crede oggi è festa di rinascita) potete acquistare il libro e leggerlo qui. Fatelo per voi. Intanto io vi sciorino la mia classica intervista della domenica, oggi con Claudia Colaneri.
Chi sono i protagonisti di questi dialoghi? Esistono davvero oppure sono un riassunto di più persone?
Ogni pagina rappresenta il punto di vista di persone adulte, con un’età mentale che va, orientativamente, dai 2 ai 12 anni. Spesso, frequentano associazioni o centri diurni, dove svolgono diverse attività e hanno occasione di socializzare. Hanno i capelli bianchi, ma fanno i capricci; nella borsa di pelle a tracolla nascondono Barbie e pennarelli; portano la dentiera, ma piangono se perdono a tombola. Possono essere alti un metro e novanta e avere il timbro di voce di un bebè. Questa condizione permette loro di conservare qualità che noi, purtroppo, abbiamo perso: l’innocenza; la meraviglia delle cose semplici; il senso rassicurante della ritualità quotidiana; il gusto della lentezza e il valore della noia. Alcuni pensieri scaturiscono da una sola persona; altri sono il riassunto di riflessioni collettive su temi specifici; poi ci sono frasi estemporanee, tratte da conversazioni occasionali ed estemporanee.
Tu hai scritto un romanzo, poi questo testo. Hai lavorato diversamente in questo caso?
Per il romanzo ero partita da una leggenda che si tramandava nella mia famiglia da generazioni e che parlava di un sistema matematico, infallibile per vincere al gioco del Lotto. In quel caso ho lavorato sulla documentazione e ricostruzione storica. Questo libro, invece è un insieme di pensieri, aneddoti e riflessioni, raccolti in circa quindici anni di esperienza, nel contesto di associazioni e centri diurni.
Come nascono i capitoli in cui è diviso il libro?
Ogni capitolo ha una parte introduttiva, in cui vengono spiegati i contesti e le condizioni esistenziali in cui vivono i protagonisti; un racconto di fantasia che li presenta come veri e propri personaggi letterari; poi una sequenza di riflessioni filosofiche; punti di vista sul quotidiano o su temi di attualità.In conclusione vengono descritti gli ambienti, i personaggi e il loro modo di ragionare e di vedere il mondo.
Hai mai provato imbarazzo nel raccogliere questi dialoghi? Hai mai avuto la sensazione che stavi intervenendo su questioni troppo intime?
Per superare l’imbarazzo e non invadere la sfera privata ho sempre posto domande che affrontavano argomenti generali e temi universali; fino a trattare tematiche filosofiche. È stato sorprendente scoprire che è possibile parlare di argomenti così “alti”, in modo semplice, divertente, poetico, commovente.
Ci sono scene o dialoghi belli che non hai descritto? E perché?
Ho evitato di riportare elementi personali o biografici. Ogni persona che ho incontrato ha una storia straordinaria che richiederebbe un intero romanzo; tuttavia è un patrimonio che appartiene a ciascuno di loro e che va preservato.
Ti sei mai commossa, scrivendo queste pagine?
Mentre scrivevo ero piena di emozioni diverse che si alternavano e mescolavano tra di loro: ricordare i dialoghi; immedesimarmi nei loro pensieri e ricostruirne i processi mentali, ha rappresentato un viaggio straordinario. Il momento commovente è stato quando mi è capitato di leggere le pagine del manoscritto di fronte alle persone che hanno ispirato il mio lavoro. L’attenzione era altissima; il coinvolgimento profondo e, cosa sorprendente, la comprensione di quelle parole sembrava totale. Non distoglievano mai lo sguardo da me; annuivano e commentavano ogni frase; si guardavano tra di loro, per trovare l’accordo su quanto ascoltavano, come se fossero consapevoli di essere i protagonisti di quelle storie.
Volevi farci divertire come lettori?
Smontare concetti; ribaltare significati; stravolgere storie mitologiche o religiose, ha un effetto esilarante. Trovo che il risultato sia anche più divertente di una parodia, perché scaturisce non da uno stile letterario, ma da pensieri ingenuamente autentici, capaci di sfiorare la genialità.
Pensi che questo libro ti abbia fatto crescere come persona, oltre che come autrice?
Relazionarsi con queste persone significa partire con l’intenzione di donare e tornare più ricchi e luminosi di prima. Come autrice, da questa lunghissima esperienza ho imparato la leggerezza; la capacità di giocare con le parole e con i loro significati; il coraggio di mostrarmi semplice ma autentica; la meraviglia di scoprire la genialità dentro l’ingenuità.
Perché hai scelto di pubblicare su Amazon?
Ho proposto il libro a diverse case editrici, più o meno grandi. Quelle che mi hanno risposto erano concordi sul fatto di considerare il libro molto interessante; tuttavia, la maggior parte delle piccole o medie case editrici non ha una linea editoriale per un genere che non rientra nel romanzo, nel saggio, ecc… Mentre per le grandi, spesso, occorre un curriculum prestigioso. Quindi ho deciso di pubblicare in modo indipendente, conservando i diritti, e far conoscere il libro a più persone possibili.
Come è nato concretamente l’oggetto libro?
È stato un lavoro di gruppo, che ha visto coinvolte le persone che, con gli anni, si erano appassionate ai post pubblicati sui social e nella rivista “Dentro la Lampada”, della scuola Genius. Una copertina realizzata ad arte e un’impaginazione affidata ad un grafico professionista, hanno reso il libro pari a un volume curato da una casa editrice tradizionale. Poi, una volta caricato sul portale dedicato, è possibile scegliere i parametri di pubblicazione, vendita e distribuzione.Ora tutto è nelle mani delle persone che vorranno leggerlo, recensirlo, regalarlo e farlo viaggiare di mano in mano, perché possa diventare uno strumento utile di riflessione e magari di crescita.