Le singolari avventure dei cittadini che vivevano un tempo nella nazione più lontana dalla nostra fortunata Italia. Trentaduesima puntata.
Era il Malpagò un paese ricco di acque. Sgorgavano limpide dalle sorgenti. Scorrevano in fiumi impetuosi. Riposavano in laghi pescosi. C’era poi davanti a ogni terra dappertutto il mare. E in città fontane e fontanelle. Eppure i malpagoti erano assetati solo dell’acqua imbottigliata nella plastica. Se non se ne caricavano casse intere in bottiglie verdastre gli sembrava di dover morire di sete. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.
Nel Malpagò i bambini erano molto amati. Gli facevano le feste. I presidenti li omaggiavano nei discorsi come il futuro del paese. I pubblicitari usavano le loro immagini sorridenti negli spot. Però se ne facevano sempre di meno, forse per non sprecarli. Bastavano quelli degli altri. O al limite un gatto, che perlomeno quando andavi a lavorare non dovevi mandarlo a un asilo pubblico inesistente. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.
A fare il proprio dovere contro i malvagi nel Malpagò si faceva una vita molto difficile. Nessuno sopportava chi era troppo onesto, troppo coraggioso, troppo solerte. Pensa che non ti toglieva nemmeno una multa per divieto di sosta! Quando erano in due andava ancora peggio. Poi un giorno venivano uccisi e da quel momento diventavano degli eroi anche per quelli che li avevano combattuti. Anzi, soprattutto per loro. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.
Era primavera e i follower desideravano SessiBon che voleva solo Ughetto che pensava solo al suo flauto. Nicky Zompetta e Coso Cascone si amavano ma lei ignorava che sotto la maschera lui era Ginepro e lui non sapeva che lei era Nicoletta. E Ginepro e Nicoletta non si soffrivano. Così il mondo rifioriva nel mistero dell’amore che tutti illude e qualcuno risana. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.
Aveva passato innumerevoli anni trascorsi a fare calcoli. A cercare di contagiare i suoi studenti con il virus della matematica. A tentare con i numeri di capire il mondo. Ora Augusto Nichelino si sentiva molto stanco. Non trovava una soluzione al problema aritmetico della vita. Allora si sdraiò al sole e lentamente la sua ansia si placò. L’energia scintillante dell’universo gli carezzava il cuore. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.
#32 to be continued…