– Rivisto Il Vangelo secondo Matteo. Film bellissimo. Un capolavoro.
– Proprio sicuro?
– Sta scherzando? Per pochi film possiamo dirlo con altrettanta sicurezza.
– Come si riconosce un capolavoro da un non capolavoro?
– Bella domanda, la sta facendo a me?
– Lei vede qualcun altro?
– Simpatico! Beh, io direi che non c’è un modo sicuro, che è impossibile stabilirlo con certezza. Nessun giudizio è infallibile. Temo neanche il suo.
– Il mio sì, il mio è infallibile.
– Come fa a esserne tanto sicuro? Sfoderi il suo pedigree!
– Nessun pedigree. In presenza di capolavori mi si accende un led, ecco tutto.
– Ah, le si accende un led…
– Esatto, sul capezzolo.
– Mi spieghi meglio. Quale capezzolo?
– Non sia pedante, lasci stare i capezzoli, concentriamoci su Pasolini e il suo Vangelo, questo è il fuoco del discorso!
Come forse sapete, di Pierpaolo Pasolini – poeta, regista, romanziere, critico, drammaturgo – ricorrono quest’anno il cento anni dalla nascita (nasce infatti a Bologna il 5 marzo 1922 e muore il 2 novembre del 1975 a Ostia). Fra le molte pubblicazioni uscite in concomitanza col centenario vi consiglio: Giorgio Manacorda, Pierpaolo poeta – Le poesie di Pasolini (Castelvecchi); Renzo Paris, Pasolini – Moravia due volti dello scandalo, (Einaudi stile libero); e Dacia Maraini, Caro Pierpaolo (Neri Pozza).
“Abbiamo perso prima di tutto un poeta. E poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo. Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno. Il poeta dovrebbe essere sacro!” (Moravia, orazione funebre a Campo de Fiori per Pasolini, 2 novembre 1975).
Come esercizio, vi propongo di vedere o rivedere Il vangelo secondo Matteo di Pasolini, e di scriverne una breve recensione.
Alla prossima.