Bonjour Françoise

In casa, a tavola, devo aspettare il mio turno per parlare ed essendo la più piccola sono sempre l’ultima. Per questo parlo così rapidamente, quasi balbettando, devo recuperare il tempo dell’attesa.

21 giugno 1935: nasco nel solstizio d’estate, ed è il giorno in cui Sartre compie trent’anni. La mia è una famiglia piccolo-borghese, ma fantasiosa; mio nonno si affeziona talmente a una poltrona e perché nessuno ci si sieda sopra quando è via, con un sistema di pulegge la solleva fino al soffitto, ed è sotto quella poltrona di Damocle che si riceve in casa. Dopo la telefonata di Julliard, l’editore che vuole pubblicare Bonjour tristesse, mio padre mi impone di adottare un nom de plume perché è l’unico Queiroz presente sull’elenco telefonico e non vuole essere disturbato. Lo trovo nella Recherche, il mio romanzo preferito, e penso a Hélie de Talleyrand-Périgord, principe di Sagan.

Françoise Sagan, suona bene.

13 aprile 1957: con la mia Austin Martin cabriolet schizzo fuori della nazionale 448, e dopo un volo spettacolare atterro cappottando in un campo. Sono incastrata tra le lamiere, il medico di guardia mi dà pochi minuti di vita mentre i parigini nottambuli accorrono sul luogo dell’incidente. Sono maggiorenne da poco e ho finito il terzo romanzo, un momento niente male per morire ma Melina Mercuri trova un chirurgo che mi salva la vita.

In casa, a tavola, devo aspettare il mio turno per parlare ed essendo la più piccola sono sempre l’ultima. Per questo parlo così rapidamente, quasi balbettando, devo recuperare il tempo dell’attesa.

Nonostante due matrimoni non sono portata a fare la moglie, in compenso sono un’amica fedelissima, chiedetelo a Juliette Gréco.

Non parlo, invece, del Presidente Mitterrand, anche se è vero che arriva in elicottero a casa mia per prendere un thè.

La vita è seriale, come certi killer, e per non soccombere ho pensato che l’unico tentativo possibile sia ritrovare quei piaceri da ragazzi, i più forsennati, i più gratuiti, i più profondi: le feste, le corse in macchina, le sigarette, i locali notturni, le estati perdute. Ho scritto libri che sono stati scandali mondiali, la mia morte sarà uno scandalo solo per me.

 

Bibliografia:

Françoise Sagan, Un certo sorriso, Garzanti

Françoise Sagan, Le piace Brahms?, Longanesi.

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Loredana Germani

È tra i fondatori della Scuola di scrittura creativa Genius. Dopo gli studi in Storia e Letteratura italiana, scrive diversi racconti autobiografici e articoli in cui descrive incontri con autori. Ha curato l’antologia di racconti A Roma San Giovanni e tiene la rubrica Vita da scrittore sulla rivista letteraria Dentro la lampada, nella quale narra opere e aneddoti di grandi personaggi letterari.

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