Le persone che danno voce ai racconti di questo libro sono le voci variegate, commosse, stranianti e a tratti rabbiose, dell’America più nascosta del profondo sud, alcune di loro al di là del territorio emotivo che è la Speranza, quella cosa verde con le piume, per citare Emily Dickinson.
Ambientati nella immaginaria cittadina di Falls, North Carolina, i protagonisti sono avvinti dal bisogno di recuperare il momento che ha dato significato alla loro esistenza, quel momento di spartiacque che ha agitato il mare piatto dell’incessante mancanza di emozioni che domina le loro giornate.
Ognuno di loro ha dei rimpianti segreti, o lo stupore di aver assistito a cose che non avrebbe mai immaginato, come il poliziotto che sul ciglio di una strada, di notte, insieme a un collega, scopre che l’addetto alle pompe funebri, un uomo opaco, imprigionato in un matrimonio noioso come tanti, con una figlia in età da liceo, fa sesso con i cadaveri femminili. Era uno di noi, osserva il poliziotto, in una sorta di racconto alla moglie dattilografa del tribunale, e “chi può sapere mai cosa nasconde un uomo nel suo cuore o anche più giù?”
Una famiglia, per non turbare troppo il padre malato di alzheimer, gli ricostruisce dentro casa un ambiente che gli ricorda l’ufficio dove ha trascorso i 40 anni precedenti, e dove si era davvero realizzato, al di là della sua vita di marito e padre. Una felicità effimera, che tuttavia rassicura i membri superstiti, di aver ricreato la confortevole familiarità di una normalità che sottrae lui all’idea di malattia, e loro dalla difficoltà fisica ed emotiva di accudirlo.
Un medico di campagna perde la vita nel tentativo di salvare la sua comunità da un’epidemia, e viene ricordato nel racconto di una donna anziana che ne narra la vicenda, ormai assurta a leggenda, a uno studente in cerca di cimeli storici.
Un uomo obeso, senza che ciò intacchi il suo senso di allegra solitudine ed esclusione, gestisce un negozio di animali in un anonimo centro commerciale, quando si trova ad offrire rifugio e protezione a una ragazza incinta e fuggita da casa, convinto che, anche nel cuore degli uomini più aridi, si celi un senso di gentilezza e compassione, che non può andare smarrito proprio a Natale, quando la ragazzina partorisce e lui viene rimproverato dal proprietario. Convinto che le persone, a volte, siano meravigliose, e che quell’evento abbia messo a nudo la gentilezza anche di chi sembrava preoccupato solo dell’incasso giornaliero.
Una donna anziana, si trova a fare da guida turistica della cittadina e dietro un’apparente benevolenza, nel corso di una crisi cardiaca, rivelerà di aver assistito ai linciaggi e il senso di insofferenza suo e della figlia nubile nei confronti delle persone di colore.
Contraddizioni come fiori, come quella del protagonista, che si trova con la sua barca, dopo un allagamento, a soccorrere il suo primo amore, la ragazza più carina del liceo, ormai oltre la soglia della mezza età, e che, invece gli aveva consigliato di sposare la sua amica, solida e meno civettuola ma più affidabile. Vista adesso aggrappata a un palo, seminuda, con la pelle esposta, il protagonista ripercorre il bisogno di affrancazione sociale seguito dal padre, mai realmente riuscito, ma ciò non gli impedirà di soccorrere il suo vecchio amore, con qualcosa di simile al superamento del rancore, “perché nella vita è importante prendersi cura degli altri”.
L’esilio emotivo è un leitmotiv che ricorre in tutte le storie, e ognuno lo risolve a modo suo, specialmente nell’ultimo, folgorante e intenso racconto, che dà il titolo alla raccolta. Un’anziana donna sceglie, dopo la pensione, di vivere in un motel, al quale nega la sua funzione di rifugio per i peccatori e i viaggiatori smarriti, con la luce sempre fissa sul blu a indicare la mancanza di accoglienza della struttura. La sua aridità fisica, di donna che ha fatto del rifiuto della carnalità una scelta ostinata, viene superata dal soggiorno in città di un circo itinerante composto interamente da serpenti e dal suo entourage. Un uomo con 4 ex mogli che condividono a turno e senza rabbia il letto con lui e i guadagni. La coralità arruffata e colorata irrompe nella routine tediosa, fino a farle perdere il controllo sulle inibizioni e a spingerla a sentire il bisogno di un contatto fisico come una consolazione. La perdita della verginità in età avanzata la renderà vitale, se non giovanile, e consapevole che non esistono persone moralmente superiori, ma solo forme stratificate di solitudini, che vanno curate con gli altri. Da allora la luce rosa carne, lampeggiante come un piccolo faro, segna il passaggio alla disponibilità del motel e del suo cuore umano.
Qualcosa viene lanciato. Noi lo recuperiamo, senza sapere esattamente cosa ci è stato offerto. Quanto più si dimostra difficile da raggiungere, tanto più ci sembra di averne bisogno. E ci gettiamo all’inseguimento