La prima volta che Malaparte sbarcò a Capri fu nel 1936. Ospite di Axel Munthe, il medico svedese proprietario di Villa San Michele, lo scrittore aveva preso l’abitudine, quando non andava per mare, di esplorare gli anfratti dell’isola e durante una di queste escursioni era rimasto stregato dalla bellezza selvaggia di Capo Massullo, un promontorio inaccessibile, ai suoi occhi, il posto ideale dove far costruire una casa. Il proprietario del terreno era Antonio Vuotto, un pescatore del luogo che, in cambio di 12.000 lire, gli aveva venduto quella lingua di terra a picco sul mare. C’erano voluti i buoni uffici di Galeazzo Ciano per ottenere la concessione edilizia, e due anni dopo da quel primo soggiorno Curzio Malaparte aveva convocato Adalberto Libera, l’architetto che aveva ideato il Palazzo dei Congressi all’EUR di Roma e considerato il “principe” del modernismo. “Voglio una casa come me, dura, strana, schietta”, gli aveva detto lo scrittore ma alla fine del progetto originale non era rimasto poi molto a causa della rottura, nell’estate di quello stesso anno, tra Libera e Malaparte e delle numerose modifiche apportate dallo scrittore stesso.
Alla fine dei lavori l’edificio occupava tutta la larghezza del promontorio, e l’architettura dell’abitazione faceva pensare a una nave incagliata.
Malaparte, poi, era particolarmente fiero della suggestiva rampa a trentatré gradini che portavano direttamente sulla terrazza-solarium, di fatto una stanza a cielo aperto: a sud est la casa-nave volgeva in direzione della Penisola Sorrentina mentre a sud guardava verso i Faraglioni di Capri e lo scoglio del Monacone.
Seduto davanti al monumentale camino del salone che aveva sullo sfondo una lastra di cristallo al posto della solita pietra, Malaparte guardava i faraglioni all’imbrunire, attraverso le fiamme.
Questa casa mi rappresenta, pensò, è di pietra, di cristallo e cemento, è esposta al vento di grecale e a quello di scirocco, si sporge sull’abisso.
Casa come me, pensò, sarà questo il suo nome.
Bibliografia:
Curzio Malaparte, Maledetti toscani, Adelphi
Curzio Malaparte, La pelle, Adelphi.