Charles Bukowski e John Fante

Verso sera la biblioteca si riempiva di barboni che cercavano un gabinetto e si addormentavano con la testa sui libri che fingevano di leggere.

Alle due del pomeriggio la Los Angeles Central Library era quasi deserta. Meglio così, pensò Bukowski. Quel giorno gli faceva male la testa e il dolore fastidioso all’altezza del fegato si era rifatto vivo, non era proprio in vena di scambiare parole con nessuno.

Quando era a corto di vino si rifugiava lì dentro, al calduccio, dove quella rompicoglioni della padrona di casa non poteva assillarlo reclamando gli affitti arretrati.

Verso sera la biblioteca si riempiva di barboni che cercavano un gabinetto e si addormentavano con la testa sui libri che fingevano di leggere.

Bukowski, invece, aveva passato in rassegna tutti gli scaffali cercando, senza trovarlo, un libro che gli parlasse.

Gli scrittori moderni non gli dicevano niente: facevano un grande uso di sottigliezze, di incastri e simmetrie, e tutto questo lavoro per dire poco o niente. Bisognava tornare ai russi prima della rivoluzione per trovare il rischio e la passione.

Deluso dai narratori moderni, si era orientato su altri settori: dopo varie incursioni tra religione, geologia, medicina e matematica era tornato a rovistare tra gli scaffali della sala principale, quella dedicata alla narrativa, sfilando un libro dopo l’altro per leggere un paio di pagine e rimetterlo a posto, deluso e sconfitto.

Quel pomeriggio, però, il primo libro che gli capitò per caso lo catturò subito: quasi incredulo, si sedette al tavolo e lesse le parole che scorrevano veloci, che suonavano vere, trasmettendogli un’energia nuova. Finalmente aveva trovato lo scrittore che non aveva paura del rischio e dei sentimenti, il suo nome John Fante.

Chiedi alla polvere lo lesse in meno di due ore, poi domandò alla bibliotecaria se ce ne fossero altri dello stesso autore. Grazie alla tessera da socio Bukowski, con l’aria di uno che ha trovato l’oro della discarica, tornò a casa con in mano un altro romanzo di John Fante.

Quella sera Charles Bukowski, bevitore, attaccabrighe e aspirante scrittore, si addormentò felice con Aspetta primavera, Bandini! poggiato sulla parte del cuore.

 

Bibliografia:

Charles Bukowski, Taccuino di un vecchio porco, Feltrinelli

John Fante, Chiedi alla polvere, Marcos y Marcos

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Loredana Germani

È tra i fondatori della Scuola di scrittura creativa Genius. Dopo gli studi in Storia e Letteratura italiana, scrive diversi racconti autobiografici e articoli in cui descrive incontri con autori. Ha curato l’antologia di racconti A Roma San Giovanni e tiene la rubrica Vita da scrittore sulla rivista letteraria Dentro la lampada, nella quale narra opere e aneddoti di grandi personaggi letterari.

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