CRONACHE DEL MALPAGÒ #12

Le singolari avventure dei cittadini che vivevano un tempo nella nazione più lontana dalla nostra fortunata Italia. Dodicesima puntata

Le singolari avventure dei cittadini che vivevano un tempo nella nazione più lontana dalla nostra fortunata Italia. Dodicesima puntata.


I principi Astolfo e Astolfa Paraculo D’Orleans patrocinavano molte manifestazioni progressiste: il TeleTron, il BimboSan, il DonnaSu, il VerdeSiam, il NeroViv e il NoEvad. Poi tornati a casa ordinavano di abbattere gli alberi che impedivano la costruzione di una nuova piscina, alla loro domestica somala incinta con una gravidanza a rischio che pagavano in nero e chiamavano Mami perché aveva un nome troppo difficile da pronunciare. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.


Un giorno il popolo del Malpagò si rese conto di aver trovato il suo eroe e cominciò a dirgli: “Che orecchie grandi che hai, che bocca grande che hai, che occhi grandi che hai, che naso grande che hai e soprattutto che coso grande che hai!” Infatti Rocco Malpisello veniva apprezzato unicamente per una qualità che non si doveva vedere. Rocco invece la mostrava con generosità e si capiva che almeno lui non aveva niente da nascondere. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.


I Malpagoti non leggevano le pagine economiche o culturali, però divoravano foto della ballerina con tre seni e sei capezzoli o di baci rubati tra due appena sposati con qualcun altro. Molto seguiti i cerchi nel grano sull’altopiano di Malpagazzo, i rettili alieni nel bagno e i rinoceronti salvati dai pompieri perché non sapevano scendere dagli alberi dove erano saliti. Erano notizie finte sì, ma sempre meglio di quelle vere. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.


Il Principe Astolfo Paraculo D’Orleans si vide alcune antiestetiche rughe intorno agli occhi e pensò che le sue labbra parevano due cozze vecchie. La vanità maschile in lui per una volta ebbe la meglio sull’avarizia, si rivolse a un costoso chirurgo che lo trasformò per bene. Finì che si trovò a gridare fuori di casa: “Fatemi entrare, io sono Paraculo” ai domestici che rispondevano: “Se facessimo entrare ogni paraculo, sai la folla”. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.


Vivere nel Malpagò era un sogno, dovunque volgevi lo sguardo potevi vedere bellezze architettoniche, mari cristallini, pianure erbose, monti innevati, laghi pescosi, fiumi irruenti, decine di tipi diversi di pomodoro, uomini atletici, donne bellissime, cuochi eccelsi, scienziati saggi, economisti competenti, statisti disinteressati, preti altruisti, scrittori brillanti, poeti profondi, poi a un certo punto però ti svegliavi. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.


#12 to be continued…

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