Per chi scrivo?

Una domanda fondamentale è per chi si scrive. Provate a pensarci. Insieme al perché si scrive. Ho provato a raccogliere qualche risposta ipotetica

Una domanda fondamentale è per chi si scrive. Provate a pensarci. Insieme al perché si scrive. Ho provato a raccogliere qualche risposta ipotetica.   

Scrivo solo per me stesso.

Scrivo per i lettori.

Io scrivo per i posteri.

Io scrivo per il mio amore.

Io scrivo contro mio padre.

Scrivo per lasciare una traccia di me in questo mondo.

Scrivo per ringraziare Dio.

Scrivo per testimoniare perché temo che i posteri non ricorderanno.

Scrivo per far rivivere qualcuno che non c’è più, per omaggiare un morto.

Scrivo contro Dio e la Religione.

Scrivo per liberarmi la coscienza, per confessarmi.

Scrivo per combattere la noia, che è diventata un altro me.

Scrivo a un me stesso più vecchio.

Scrivo per ricordare i morti di uno sterminio.

Scrivo perché mi obbligano a farlo.

Scrivo perché non posso farne a meno, è una necessità.

Per inquietudine.

Perché sono posseduto da un demone.

Sentite cosa ne pensa un grande scrittore.

Ogni scrittore è vanitoso, egoista e pigro, e alla base delle sue motivazioni c’è un mistero. Scrivere un libro è una lotta lunga, spossante, come un periodo di lunga e penosa malattia. Se non si fosse spinti da qualche incomprensibile ma irresistibile demone non ci s’imbarcherebbe mai in una simile avventura. Quel demone, per quanto se ne sa, è semplicemente lo stesso istinto che spinge un bambino a strillare per richiamare l’attenzione. Però è anche vero che non si può scrivere niente di leggibile se non si lotta costantemente per cancellare la propria personalità. La buona prosa è come il vetro di una finestra.

Estratti da George Orwell, Romanzi e saggi, Meridiani Mondadori

Esercizio, provate a rispondere in un paio di cartelle alla domanda del chi e del perché scrivete. Alla prossima.

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Andrea Carraro

Andrea Carraro, scrittore, nasce a Roma. Se avesse ricevuto un euro ogni volta che sui media hanno usato il termine “il branco” per parlare di uno stupro di gruppo, citando il titolo del suo romanzo più noto, oggi sarebbe ricco. Invece è “solo” uno scrittore tra i più bravi. Romanziere, autore di racconti e di poesie, nasce a Roma nel 1959. Ha pubblicato i romanzi: A denti stretti (Gremese, 1990), Il branco (Theoria, 1994), diventato un film di Marco Risi, L’erba cattiva (Giunti, 1996), La ragione del più forte (Feltrinelli, 1999), Non c’è più tempo (Rizzoli, 2002) (Premio Mondello), Il sorcio (Gaffi, 2007), Come fratelli (Melville, 2013), Sacrificio (Castelvecchi, 2017) e le poesie narrative Questioni private (Marco Saya, 2013). Ha pubblicato anche due raccolte di racconti, confluite nel volume Tutti i racconti (Melville, 2017). I suoi giudizi critici, sensibili ma affilati quando serve, lo rendono un lettore del cui parere fidarsi con tranquillità.

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