Dialogo didattico su Boule de suif

In quel microcosmo pieno di conflitti consci e inconsci, di sentimenti, di ipocrisie, c'è condensato tutto il bene e il male del mondo.

– Credo che tutti conoscono Boule de suif…

– No, io non lo conosco.

– Beh, si tratta di un magistrale racconto di Maupassant…

– Continui, la prego…

– Ma sa che lei è un interlocutore ideale, giovanotto, sembra quasi scritto apposta da qualcuno!

– Dunque, boule de suif

– Già, caro ragazzo, allora venga, qui vanno tutti di corsa, accomodiamoci nella panchina che le racconto per bene la storia di boule de suif, si metta comodo. Dunque, questo gioiello della narrativa breve ha avuto fra gli altri adattamenti più o meno mascherati, il capolavoro di John Ford, Ombre rosse! ma la cosa interessante di questo racconto, veda, è che parte da un progetto di Emile Zola che propose ai giovani scrittori del suo gruppo di scrivere un racconto sull’invasione prussiana a Parigi… nasce così quel capolavoro, una roba su commissione… non le fa impressione… poi lo stesso Zola ne scrisse uno…

– Parla di questo il racconto di Maupassant? della guerra?

– Beh, in realtà è un on the road in carrozza… aspetti guardo direttamente su Wikipedia sul telefonino che mi ritrovo fra le mani… “Il racconto narra la storia di dieci persone in fuga da Rouen, per la precisione, invasa dai prussiani, appunto, su una carrozza diretta a Dieppe: tre coppie – di diverse classi sociali (commercianti, ricchi borghesi, nobili) –, un rivoluzionario repubblicano, due suore e una procace prostituta, ‘Palla di sego’, chiamata anche Pallina in traduzione, per le sue forme rotondeggianti, mal tollerata e disprezzata dal gruppo”. – e qui viene il bello! il nocciolo del racconto-novella di Maupassant che ha spesso un risvolto morale come chiave di volta… “In seguito a una forte nevicata, lo sa che succede? la carrozza è costretta a procedere a rilento e l’unica che ha con sé cose da bere e da mangiare è proprio la ragazza, la puttana, mentre gli altri soffrono la fame. L’uno dopo l’altro, pur di nutrirsi, passano sopra le proprie convinzioni e i propri pregiudizi e si servono senza vergogna dal cesto in cui Palla di sego aveva le sue provviste”.

– Che bella storia!

– Vero, giovanotto, vero, ma lei che fa nella vita? studia, lavoro? no, non mi risponda, restiamo sul vago… reciprocamente… restiamo nei ruoli che il destino ci ha voluto assegnare! che ne pensa?

– faccia lei.

– comunque non è finita la storia sa? anzi si può dire che il bello deve ancora venire. Palla di sego non ha esaurito il suo ruolo catartico di personaggio, “In seguito, la diligenza viene fermata da un ufficiale prussiano che minaccia di non lasciar ripartire nessuno se Palla di sego non gli si dà. La ragazza rifiuta sdegnata, animata da un vivo e reale spirito patriottico. Inizialmente appoggiata dai suoi compagni d’avventura, con il passare dei giorni, di fronte alla prospettiva di veder interrotto il loro tragitto, i viaggiatori rimproverano a Palla di sego, che stava nuocendo a tutti per un suo capriccio” e insomma per farla breve, tra varie insistenze e giocando con ricatti morali, la spingono a cedere.

– Dunque, lei ci va, va a letto col prussiano?

– Proprio così. A malincuore e per giovare a tutti, Pallina accetta – si immola. “La carrozza può così ripartire; a quel punto, però, i viaggiatori ricominciano a guardare con disprezzo la sciagurata ragazza che si è prostituita per il bene comune, ed ecco che di nuovo Palla di sego torna a essere emarginata quando tutto rientra nella normalità.” Che idea, non trova? come smaschera svergogna l’ipocrisia del piccolo borghese senza spiegare nulla!

– Magnifico! come arrivo a casa me lo leggo!

– E si veda anche il film di John Ford, giovanotto, ch’è altrettanto bello! Ombre rosse (Stagecoach) è un film western del 1939 diretto da John Ford, lo ha visto?

– Sì, ma da ragazzino, chi se lo ricorda!

– Lo riveda! “ispirato anche a La diligenza per Lordsburg (1937), narra il viaggio di un gruppo eterogeneo di passeggeri di una diligenza attraverso il pericoloso territorio Apache. Il film ha come protagonisti Claire Trevor e John Wayne, nel ruolo che lo rese celebre, e fu il primo di molti western di Ford girati nella Monument Valley”.

– Ah.

– Eh, Dallas è una prostituta cacciata dalla città dalla “lega della moralità”, poi c’è l’alcolizzato dottor Josiah Boone, altro magnifico personaggio, che riuscirà a far partorire Lucia Mallory, che, incinta, è in viaggio per unirsi al marito ufficiale di cavalleria… ah e poi c’è e il venditore di superalcolici Samuel Peacock… che film! che panorami, che pathos! Che magia! in quel microcosmo pieno di conflitti consci e inconsci, di sentimenti, di ipocrisie, c’è condensato tutto il bene e il male del mondo…

– Mi sa che mi vedrò prima il film! chissà se lo trovo in qualche piattaforma? la saluto professore, ora devo proprio andare, e grazie, grazie davvero…

– Grazie a lei, giovanotto, non è facile trovare qualcuno disposto ad ascoltarti…

Per esercizio settimanale, come posso non proporvi, cari amici scrittori, la lettura del racconto e la visione del film. Per i più volenterosi, sarebbe interessante un breve approfondimento sulle corrispondenze fra racconto e film… Alla prossima!

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Andrea Carraro

Andrea Carraro, scrittore, nasce a Roma. Se avesse ricevuto un euro ogni volta che sui media hanno usato il termine “il branco” per parlare di uno stupro di gruppo, citando il titolo del suo romanzo più noto, oggi sarebbe ricco. Invece è “solo” uno scrittore tra i più bravi. Romanziere, autore di racconti e di poesie, nasce a Roma nel 1959. Ha pubblicato i romanzi: A denti stretti (Gremese, 1990), Il branco (Theoria, 1994), diventato un film di Marco Risi, L’erba cattiva (Giunti, 1996), La ragione del più forte (Feltrinelli, 1999), Non c’è più tempo (Rizzoli, 2002) (Premio Mondello), Il sorcio (Gaffi, 2007), Come fratelli (Melville, 2013), Sacrificio (Castelvecchi, 2017) e le poesie narrative Questioni private (Marco Saya, 2013). Ha pubblicato anche due raccolte di racconti, confluite nel volume Tutti i racconti (Melville, 2017). I suoi giudizi critici, sensibili ma affilati quando serve, lo rendono un lettore del cui parere fidarsi con tranquillità.

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