Maurizio Eleuteri: “Non bisogna mai aver paura di mettersi in gioco”

Una vicenda che si snoda dall'Italia all'Afghanistan per poi tornare a Roma, trascinandosi dietro una scia di morti ammazzati e rivelazioni

Quando Maurizio Eleuteri ha cominciato a scrivere il suo romanzo noir, mi sono chiesto come potesse una persona così gentile, con una bella famiglia e un buon lavoro (gestisce con abilità un grande Camping a Montalto Marina), gettarsi in una storia tanto terribile come quella che aveva immaginato. Eppure nella storia dei gialli e dei noir ci sono sempre stati due tipi di scrittori, da una parte quelli che portano come disegnata sul volto l’ombra che si ritrovano dentro, dall’altra quelli che sembrano lontanissimi dal delitto (come certe simpatiche vecchiette alla Agatha Christie). Il suo romanzo è una vicenda che si snoda dall’Italia all’Afghanistan per poi tornare a Roma, trascinandosi dietro una scia di morti ammazzati e rivelazioni. Una trama riuscita che soddisferà senza dubbio gli amanti del genere, S’intitola Profumiere, una storia criminale e ha la caratteristica di essere stata pubblicata e distribuita tramite Amazon, una pratica che sta cominciando a diventare abituale per molti autori. In questo caso, comunque, Eleuteri si è sottoposto a un serio editing professionale e il risultato è del tutto simile a quello che sarebbe uscito fuori dai magazzini di una casa editrice tradizionale. Ecco la chiacchierata che ci siamo fatti…


Profumiere, una storia criminale racconta un figlio di papà che passa dai festini a base di sesso e cocaina alla vera e propria criminalità. Ti sei ispirato a qualcuno per scriverlo?

Non mi sono ispirato a nessun personaggio noto in particolare, il personaggio è nato come evoluzione a dei fatti di cronaca avvenuti tra gli anni novanta ed oggi. Il protagonista è stato l’evoluzione di un pensiero maturato nel corso degli anni.

Pensi davvero che, messo alle strette, qualunque uomo possa diventare un criminale?

Credo che, se un uomo venga messo veramente alle strette, le sue reazioni possano essere inaspettate quanto sorprendenti. Ho conosciuto molte persone che, dall’apparenza innocua, che di fronte al pericolo si sono dimostrate senza scrupoli e paura. Valutare qualcuno dalle apparenze può trasformarsi in un errore fatale.

Secondo te un romanzo noir è un modo per dire qualcosa d’importante sulla nostra società oggi, o è solo “intrattenimento”?

Se ben scritto e con chiari riferimenti alla realtà, può essere un buon conduttore di messaggi. L’importante è che nei suoi contenuti, abbia e riesca a comunicare il contenuto morale prefissato.

Hai descritto alcune scene di pura azione, con molti omicidi. Ti sei divertito a scriverle oppure hai dovuto vincere qualche resistenza interiore?

Effettivamente il romanzo contiene molte scene di azione più o meno violente oltre ad efferati omicidi. Normalmente descrivere scene di azione più che divertente è appassionante, mentre per descrivere scene contenenti omicidi, bisogna sempre superare dei blocchi emotivi e morali. A meno che non si abbia una dote omicida insita, ma non è il mio caso.

Il romanzo si snoda tra Roma e il Medio Oriente, tutti luoghi che conosci, oppure hai dovuto “inventare”?

Tutti i luoghi descritti nel romanzo corrispondono a realtà. In merito a Roma sono luoghi che ho potuto visitare di persona, mentre per il Medio Oriente ho dovuto fare ricerche geografiche, fotografiche e scovare vecchie inchieste giornalistiche. Comunque ogni riferimento è basato su luoghi realmente esistenti.

Uomini e donne fanno a gara a chi è più criminale in questa storia. Non credi nella bontà del gentil sesso?

Credo che la bontà del gentil sesso sia un concetto insito nella società e rafforzato negli anni dai media. Le sfaccettature caratteriale di una donna sono molteplici e non possono essere relegate ad un concetto così limitativo. Una donna può essere criminale come un uomo o un uomo buono come una donna. In questa storia ho voluto deliberatamente esprimere questa inversione dei ruoli.

Hai preferito l’azione, adrenalinica e coinvolgente, all’introspezione psicologica, che il lettore può intravedere nell’azione stessa. È stata una scelta voluta, consapevole, o la conseguenza di quello che stavi scrivendo? 

Tutto ciò che è stato scritto in questo romanzo è stato frutto di una pianificazione consapevole. Credo fortemente che, nell’azione adrenalinica può esserci anche una parte di introspezione psicologia e non il contrario. Il protagonista della nostra storia, durante il suo percorso, riesce a farci provare sentimenti fortemente contrastanti, grazie al coinvolgimento emotivo che suscita. 

So che stai già scrivendo il sequel del Profumiere, quindi la storia aveva ancora qualcosa da dire?

Durante la stesura del romanzo, mi sono reso conto che, molto probabilmente, le circa trecento pagine non sarebbero state sufficienti a trasferire tutto ciò che avevo da dire sul personaggio, per cui ho deciso di dividere la storia in due manoscritti. Nel sequel ci sarà una storia più matura e cosciente del proprio ruolo. Anche nella seconda parte niente è come sembra e i colpi di scena si susseguono e si colorano di tinte forti.

Questo è il tuo secondo romanzo, che cosa è cambiato dalla prima prova narrativa a oggi?

Si può dire che c’è stata, grazie alla partecipazione delle sessioni in aula di scuola di scrittura, una crescita sia dal punto di vista stilistico, creativo e dell’editing. Ogni romanzo ci insegna qualcosa e ci arricchisce sia dal punto di vista creativo che organizzativo. Scrivere un romanzo è una avventura meravigliosa, un’esplorazione e una sfida continua delle nostre capacità. Non bisogna mai aver paura di mettersi in gioco o confrontarsi, ognuno di noi ha sempre qualcosa da imparare.

Per la pubblicazione ti sei affidato direttamente ad Amazon, com’è stata questa esperienza?

Nonostante abbia scritto a molte case editrici, ho ricevuto proposte soltanto da quelle più piccole, questo nonostante il romanzo abbia ricevuto encomi e qualche premio ad alcuni concorsi letterari. Amazon è stata una sfida e come tutte le sfide, ha avuto ed ha tuttora bisogno di un grande impegno da parte dell’autore. Anche in questo caso è stata una esperienza ricca di nuove conoscenze. Posso dire che la pubblicazione con Amazon è faticosa e può dare risultati, ma non nell’immediato. È, e rimane, fondamentale una buona promozione mediatica, io personalmente mi sono affidato ad un consulente di Web Marketing e devo essere sincero che i risultati iniziano a vedersi.

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Paolo Restuccia

Scrittore e regista. Cura la regia della trasmissione Il Ruggito del Coniglio su Rai Radio2. Ha pubblicato i romanzi La strategia del tango (Gaffi), Io sono Kurt (Fazi), Il colore del tuo sangue (Arkadia) e Il sorriso di chi ha vinto (Arkadia). Ha insegnato nel corso di Scrittura Generale dell’università La Sapienza Università di Roma e insegna Scrittura e Radio all’Università Pontificia Salesiana. È stato co-fondatore e direttore della rivista Omero. Ha tradotto i manuali Story e Dialoghi di Robert McKee e Guida di Snoopy alla vita dello scrittore di C. Barnaby, M. Schulz.

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