Non esiste nessun manuale per amare, se esistesse sarebbe effimero ed evanescente piccolo e non grande. L’amore è un sentimento che ti stravolge la vita, non bussa, per quanto si può stare attenti, succede a volte al momento opportuno a volte sa aspettare; invece altre arriva e basta, non chiede nulla, entra senza permesso e pian piano inizia a curare i possibili graffi, accumulati negli anni e negli occhi. Amare è un viaggio che ha bisogno di essere nutrito ogni giorno, soprattutto attraverso piccole attenzioni, quelle che nessuno si aspetta, ma arrivano. Quest’ultime costituiscono il tesoro più grande per un amore solido che non ha bisogno di “ti amo” ogni giorno, ma presenza e fiducia, mano nella mano lungo il corso della vita da costruire ogni giorno.
L’amore non è da manuale, ognuno ne possiede una propria concezione, non c’è giusto o sbagliato, è un sentimento reale; a volte sembra più grande di chi lo prova e si vorrebbe buttare tutto nella spazzatura. Ecco, quando capita si deve pensare a ciò che fa essere ancora lì e stringere i denti; quando si ama si riscopre se stessi, ci si migliora anche solo attraverso uno sguardo. L’amore disfa e riassembla a modo suo e al suo interno non ci sono istruzioni o distruzioni per l’uso.
L’amore dal mio punto di vista non può essere insegnato da piccoli, va vissuto e per viverlo bisogna capirne la complessità. Io per esempio, che sono frutto di un preservativo rotto, l’ho imparato sola.
Da quel poco che ho imparato: l’amore ha sfumature che non si possono contare. Prendete l’amicizia: è una forma d’amore anche questa, necessita di attenzioni per poter andare avanti. Una canzone è amore: per me è il primo esempio d’amore, non avendo avuto una famiglia unita.
Sono cresciuta al ritmo dei Lunapop, gruppo musicale della mia infanzia. Mia madre tenendomi, perché la gravidanza era in stato avanzato e non poteva più abortire, ha fatto un atto d’amore.
Se mi chiedessero cos’è l’amore ad oggi, a parte noi e le mie esperienze, direi che è i miei nipoti Samuele e Mariella, quando li ho in braccio, quando li guardo, la loro purezza, un loro sorriso.
Nessuno mi ha mai spiegato nulla e sono stata io stessa a farmi da cavia e cercare di capire, anche se piccola. L’amore è stato un argomento abbastanza tabù nella mia famiglia; scrivo così perché anche se il sangue è lo stesso non sento un forte legame.
Le ossa me le sono fatte da sola, mamma mi ha protetta, ha fatto sì che avessi le basi per essere integrata nella società come per la scuola e quel diploma sudato. Anche questa è una forma d’amore.
L’amore è mancanza, sacrifici ma con il sorriso, bastarsi, farcela da soli, un tramonto con la propria persona accanto, così come un’alba. Piccole attenzioni, gesti, sorprese inaspettate, amicizie che durano nel tempo (fin ora non ne ho avute, ma un pezzetto di me, ancora ci spera). È lottare per quello in cui si crede. È condivisione, ma allo stesso tempo può essere una persona in due, vale il quadruplo, come quando una madre decide di portare avanti sola la gravidanza.
Non amando la natura non posso dire che l’amore sia un fiore, ma come quest’ultimo ha bisogno di essere innaffiato. L’amore è un seme da cui nasce un fiore che poi tra i petali, a sua volta, se non lo si nutre a sufficienza i petali muoiono e diventano rosso sangue, ed è lì che nasce il rancore che rallenta qualsiasi altra forma d’amore, ci si rimane ingarbugliati.
Amore è quei disegni che la mia generazione decide di incidersi sul corpo per moda, o come nel mio caso per bisogno per stare meglio con noi stessi. Eccolo amore è quello per sé stessi, per gli altri, se migliora l’essere umano. Amore sono i figli voluti, cercati. Un regalo, un autografo, una scritta a mano. Amore è libertà d’espressione nessun tabù, distinzioni di sesso, razza o comunità omosessuali, transessuale.
Non mi aspetto che chiunque legga questo pensiero ci si rispecchi. Probabilmente la mia visione d’amore neanche esiste, ma voglio credere; se ci si crede lo puoi fare e rafforzerà la personalità e gli uomini diventeranno adulti.
L’amore non ha bisogno di nessuno per poi piangere qualcuno.