Asciugare la lingua

Asciugate la lingua, se non avete validissimi motivi stilistici/poetici per non farlo, se non siete ridondanti/barocchi per vocazione

Abbiamo più volte consigliato di asciugare la lingua, se non avete validissimi motivi stilistici/poetici per non farlo, se non siete ridondanti/barocchi per vocazione. Se per arrivare a un certo punto sono necessarie, poniamo, dalle 15 alle 20 parole, non ne usate neppure una in più. Il lettore non è un gonzo: se voi gli allungate il brodo per far brillare la vostra capacità retorica o la vostra erudizione o altro lo capisce. Usate una prosa semplice, concreta, funzionale alla narrazione, specialmente se state ancora cercando una vostra voce, evitare le frasi a effetto, non cercate di sedurre il lettore con immagini e parole che non rientrano nel vostro bagaglio linguistico abituale. Evitate di abusare delle metafore e delle similitudini se vi accorgete che sono banali (il tempo è tiranno, la speranza è l’ultima a morire ecc.) e appesantiscono inutilmente il nostro racconto. Ma se proprio decidete di usarle, evitate come la peste le metafore imprecise, che possono diventare involontariamente comiche: per esempio in banca c’era un collega che diceva continuamente, e scriveva, “a lunghe linee” (invece che “a grandi linee”). 

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Andrea Carraro

Andrea Carraro, scrittore, nasce a Roma. Se avesse ricevuto un euro ogni volta che sui media hanno usato il termine “il branco” per parlare di uno stupro di gruppo, citando il titolo del suo romanzo più noto, oggi sarebbe ricco. Invece è “solo” uno scrittore tra i più bravi. Romanziere, autore di racconti e di poesie, nasce a Roma nel 1959. Ha pubblicato i romanzi: A denti stretti (Gremese, 1990), Il branco (Theoria, 1994), diventato un film di Marco Risi, L’erba cattiva (Giunti, 1996), La ragione del più forte (Feltrinelli, 1999), Non c’è più tempo (Rizzoli, 2002) (Premio Mondello), Il sorcio (Gaffi, 2007), Come fratelli (Melville, 2013), Sacrificio (Castelvecchi, 2017) e le poesie narrative Questioni private (Marco Saya, 2013). Ha pubblicato anche due raccolte di racconti, confluite nel volume Tutti i racconti (Melville, 2017). I suoi giudizi critici, sensibili ma affilati quando serve, lo rendono un lettore del cui parere fidarsi con tranquillità.

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