Erano già dieci minuti che Cristina stava azzardando per la terza volta la sua posizione preferita, la 72, e iniziava a spazientirsi: “Dai forza, Marco, sveglia! Gamba destra in alto verso la finestra, poi passi il braccio sinistro sotto la mia passera, con l’altro mi prendi per il bacino, mi tiri su e vedrai che stupendo pompino che viene fuori. Certo, se pensi di non farcela, io prendo Jack e lo faccio in un altro modo”. Jack era il vibratore preferito di Cristina, ventiquattro centimetri per diciotto, doppia velocità con movimento intermedio a godimento lento.
Marco, 58 anni, ex maresciallo dell’aeronautica, tentava in tutte le maniere di soddisfare le esigenze di Cristina, 29 anni, tenente della marina, grandi tette e grandissima maiala. Purtroppo la 72 non era molto semplice da eseguire, soprattutto per uno con gravi problemi di erezione e un’enorme ernia inguinale che lo rendeva anche meno elastico per la posizione 84, “l’intreccio”. Per non parlare, poi, dell’ischemia del miocardio che aveva avuto ad appena 50 anni, e che gli impediva totalmente di fare la sublime 666, l’infernale.
A Cristina tutto questo non piaceva, e non trovando soddisfazione in quell’inutile pisello semi efficiente, pensò bene di provare una variante. Fece scivolare il suo braccio destro sotto la gamba tesa di Marco, sganciò i piedi dalla testa di lui, e tentò disperatamente di arrivare al comodino per prendere vogliosa l’elettrizzante Jack. L’idea la eccitava talmente tanto da non accorgersi del movimento di Marco che, con il respiro sempre più affannoso, aveva mollato la presa sul bacino di lei, portando la mano libera sul petto dolorante.
A quel punto Cristina, sentendosi un po’ trascurata, decise di abbandonare la 72, e di passare a cose più perverse.
Prese dal cassetto Billy, il primo vibratore per uomini dalle dimensioni ridotte, sedici per dieci, ma con un famelico movimento ondulatorio sussultorio.
Strusciò lasciva le grandi tette oleate sulla schiena di lui ormai ridotta a un cencio, gli sfiorò con le labbra carnose il lobo e sussurrò: “Amore, è il momento della 44, la maledetta”.
Gli occhi di Marco si dilatarono inorriditi e dalla bocca spalancata uscì un disperato: “Aaaahh”. Il respiro gli si strozzò in gola e sentì come una specie di stilettata al centro del costato e per il dolore strinse le chiappe non lasciando andare Billy. Pensò: “Ma che me sto’ a mori d’infarto? No cazzo, e se questa scappa e me lascia co’ ’sto coso ar culo?”
La famelica Cristina, ormai all’apice di una goduria extracorporea, iniziò a frustare con i capelli madidi il povero Marco quasi agonizzante, destra, sinistra, su e giù, spingendo Jack ora da una parte ora dall’altra.
E gridando: “Ohhhh…” Si placò.
“Marco, è stato meraviglioso. Sono venuta sei volte, grazie amore. Oi Marco, allora? Che dici? Oh a Marco, e daje! Marco, cazzo Marco, che hai fatto? No no no eeh, nun svenì, io devo rientrare in caserma. Oh ma che stai a morì?”
Iniziò a scuotere Marco con foga, tentando di rianimarlo, ma niente. Pensò: “Cazzo e se questo muore con il mio amico Billy… no non esiste, è pezzo unico nel suo genere”.
Non si perse d’animo prese il cellulare, e iniziò a scorrere la rubrica.
– Massimiliano ingegnere, gli piace sul tavolo, no.
– Francesco il fotografo schizzato, sui ruderi di Roma no.
– Luigi, scrittore bello ma se deve sposa’.
– Pippi, cardiologo, vecchio.
Allora, 342568…
“Pronto, Pippi, sì scusa ho avuto un po’ da fare, ok ok, sono la tua maiala. Sì, dico trentatré, dottore mi misura la pressione qui, o a Pippi, basta un po’! Bene. Senti, ti chiamavo perché c’è un tizio che sta morendo di infarto. Suggerimenti? Respirazione fatta, massaggio fatto, ho capito, bisogna indurre una vasodilatazione. Olio extravergine d’oliva. Ma Billy? Salviamolo, ti prego. Sì, il tizio respira ancora, ma non mettermi fretta, sto passando l’olio. No, lui no ma io un paio di pasticchette le ho prese. Ecco, Billy sta uscendo, è bellissimo, grazie Pippi. Sìì, il tizio respira ma che diamine, ora li chiamo certo. Domani vengo da te, porto Jack, ok, Billy no”.