Se sceglierete questo libro per il titolo o per la copertina, con quella casa che sembra uscita da una favola per bambini, aspettatevi altro perché quel titolo è un bluff e quella casa somiglia più a quella di marzapane di Hansel e Gretel che alla casa dei Sette Nani. Non lasciatevi ingannare dalle apparenze. Qui persino gli oggetti più familiari, che dovrebbero farci sentire in salvo, come una sdraio o un pacco di biscotti e un’aranciata, sono carichi di insidie. Non c’è sicurezza in questi racconti: nessuna. La Homes la sbriciola riga dopo riga. La sua capacità di immedesimazione è in grado di abbattere ogni nostra difesa. Può essere tutto ciò che vuole: Cheryl, detta ‘Ciccia’, l’adolescente sovrappeso del racconto Calore, che sembra liquefarsi sulla sdraio di plastica su cui sta prendendo il sole, la madre che decide di mettere fine alle sofferenze del figlio ridotto in stato vegetativo di Esther in the night oppure il pedofilo rinchiuso in un carcere di massima sicurezza del romanzo La fine di Alice. Non c’è sicurezza in questi racconti, nessuna. La Homes la fa a pezzi. Ma forse non è anche e proprio per questo che leggiamo?
Buona Lettura!