Il figlio

E se ti raccontassi che da tre notti mi sveglio piccolo come un poppante, faccio la cacca nel letto e poi piango perché non so camminare e non posso cambiarmi, tu vorresti ancora fare l’amore con me?

Sorpresa? Certo che sono rimasta sorpresa!

Hai un marito, un ex marito, per la precisione, con cui ti vedi ogni tanto e che vorresti vedere molto più spesso.

Vi incontrate prima una volta ogni 2 mesi, poi ogni 20 giorni, con la scusa di discutere della divisione dei beni, poi ogni 15, poi una volta a settimana.

Ogni tanto ci torni a letto, le scopate ridiventano speciali, di quelle da ricordare negli annali del sesso, e tu pensi che forse ricominciare si potrebbe…

Un bel giorno, però, sul più bello, lui rallenta i suoi stantuffi dentro di te fino a fermarsi. Caracolla dalla sua parte del letto con un attacco di panico. Tu gli dici di calmarsi, di inspiraaare ed espiraaare, che va tutto bene. Dopo avere recuperato l’aria, lui ti dice che no, non va bene, deve confessarti una cosa terribile. Voleva dirtela da qualche giorno ma non ne ha il coraggio. Deve sfogarsi, parlartene, ma sa che, quando te lo dirà, tu gli chiederai il triplo degli alimenti.

“Ma no, figurati, non ho intenzione di chiederti nessuna cifra in più oltre quella che mi dai per il mutuo”, lo rassicuri, “non sono così esosa”. Forse dai l’impressione di essere sarcastica, visto che parlate di soldi dopo una scopata, ma non è così, e anche se lo fossi, sarebbe solo perché non riesci ancora a superare la ferita di ciò che vi ha diviso, volere un figlio tu, non volerne lui. Tuttavia titubi: l’esperienza ti ha insegnato che gli uomini sinceri, come il tuo ex marito, cadono a pezzi quando ti devono confessare, mentre fanno l’amore con te, di avere avuto un rapporto sessuale la notte prima con una ventenne alta 1,80 e con la 6.a di reggiseno.

“Non farti tutti questi problemi. – insisti simulando una leggerezza che ti manca – In fondo siamo due ex pieni di affetto reciproco: puoi dirmi tutto. E vedrai che nel momento in cui la tirerai fuori, questa cosa ti sembrerà meno terribile”.

Lui quasi ci crede, esita un istante e poi dice: “E se ti raccontassi che da tre notti mi sveglio piccolo come un poppante, faccio la cacca nel letto e poi piango perché non so camminare e non posso cambiarmi, tu vorresti ancora fare l’amore con me?” Tu rispondi, con una risata fasulla, che se facessi l’amore con un poppante ti arresterebbero per pedofilia. Che altro puoi fare se non sdrammatizzare? Forse lui vuole solo provocarti per sapere se può contare su di te anche se si comporta da bambino.

Ma tu sei un’ottima simulatrice. E infatti, appena gli ficchi in bocca la tua lingua e gli succhi le labbra, lui sorride e capitombola di nuovo su di te facendoti sentire tutto il suo desiderio. Dopo, rimanete inaspettatamente abbracciati.

E questa volta lui non va via, come al solito. Resta a dormire qui a casa.

Tu, ancora sconvolta, guardi il sole che cala, la luna che si affaccia e carezza la sua sagoma dormiente, i suoi piedini, le sue manine piccine. In meno di cinque minuti ti ritrovi accanto un bimbo di pochi mesi che ti guarda, sorride, muove le gambotte cicciotte e fa qualche verso con la boccuccia rosata.

Tu lo guardi ipnotizzata. Lui fa dei gridolini e inizia a piagnucolare. Provi a calmarlo. Quando gli carezzi il pancino lui emette delle risatine di piacere, quando togli la mano ricomincia a piagnucolare.

Ti senti imbambolata, non sai cosa fare, i tuoi centri decisionali sono paralizzati.

Come un automa lo avvolgi in un maglioncino di cachemire. Te lo porti in braccio davanti al pc mentre cerchi tutorial su cosa mangiano i bimbi di tre mesi.

Riempi di coperte un cesto di vimini e ce lo adagi. Sali in macchina con il cesto, vai nella farmacia notturna più vicina a chiedere il sostitutivo del latte materno con un biberon.

Il piccino nel cesto emette una odorosa puzza proprio lì, il farmacista di turno ti guarda sollevando le sopracciglia e tu, che ti vorresti sotterrare, chiedi anche dei pannolini, giustificandoti con un sorrisetto imbarazzato mentre pensi “porca vacca, addio maglioncino di cachemire”.

Rientrata a casa, gli togli il maglioncino pieno di cacca puzzolente e spalanchi una finestra per respirare. Lo lavi, gli metti un pannolino e lo avvolgi con un paio di pashmine di cotone. Poi, mentre continua a dimenarsi, gli dai il latte e aspetti il rutto che arriva puntuale dopo poco.

“Sono quasi le tre del mattino. – sospiri – Fai la nanna”.

Sembra che si addormenti ma, appena lo lasci in salotto per andartene a letto, lui si agita e piange forte.

Allora lo porti nella tua camera e ti stendi accanto a lui.

La mattina dopo ti ritrovi nel letto il tuo ex marito che dorme con delle ridicole sciarpe addosso.

Prima che tu abbia finito di fare la doccia si infila sotto l’acqua e ti stringe il seno con dolcezza, succhiandone i capezzoli. Tu sei troppo eccitata per dire qualcosa.

Passa il tempo e vi vedete con regolarità. Le scopate sono ancora stupende. Non parlate più di un figlio: c’è già.

Di notte tu ti occupi del bambino con amore e grande dedizione.

Gli stai insegnando a parlare. L’ultima notte ti ha chiamato “mamma” per la prima volta e tu ti sei persa in un girotondo di felicità. Lo hai preso in braccio e l’hai lanciato in aria tre volte beccandoti poi il rigurgito della pappa sul viso. Ma non ti importa.  Senti che il tuo desiderio più grande è stato esaudito: di notte ti addormenti cullando tra le braccia il tuo bambino e la mattina ti svegli accanto a tuo marito, non più ex, che ti fa sentire una principessa, l’unica donna della sua vita.

 

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