Il peso, romanzo di Liz Moore, si apre così: “La prima cosa che devi sapere di me è che sono enormemente grasso. Quando ci siamo conosciuti ero per così dire rotondo ma ora non più”.
A scrivere, in questa confessione che apre il romanzo, è Arthur Opp, un uomo che a un certo punto della sua vita ha deciso di rifugiarsi in casa e mangiare. Mangiare in modo compulsivo e spasmodico senza riuscire a smettere. Mangiare e ingrassare a dismisura fino a non avere nemmeno più la forza di fare le scale e salire al secondo piano di casa sua.
Lui non è l’unico protagonista della storia. L’altro è Kel Keller, il figlio di Charlene, la donna che Arthur Opp ha amato quando insegnava all’università e che ha cambiato per sempre la sua vita. Anche lui ha dei pesi da portare nonostante sia in perfetta forma fisica e sia una promessa del baseball. Sono pesi che non si possono vedere e, in alcuni casi, nemmeno confessare.
Questo romanzo di Liz Moore parla proprio di questo, del peso. Del peso che si accumula per via del troppo mangiare, cioè un peso che rende obesi e immobili e del peso che non si può vedere, perché è la somma dei dolori che abbiamo dovuto subire.
Scritto in modo limpido e asciutto, Il peso racconta dei vuoti e di come si possono colmare quando è possibile colmarli. E di come, certe volte, il vuoto è solo un posto in cui precipitare senza possibilità di essere aiutati.
Buona Lettura!