Claudia Colaneri conduce laboratori di scrittura collettiva per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che può succedere in un normale incontro:
Tutti pensano che la vergogna è la prova che hai un difetto, in realtà la senti solo se quel difetto ti sembra un problema.
Se qualcuno ti prende in giro per un difetto, non devi vergognarti per te, ma per lui, perché ha un problema più grosso del tuo: è stronzo.
Se, per esempio, ti puzzano le ascelle, il problema grosso è nella tua testa, la vergogna insopportabile è sul tuo viso; ma, in realtà, sotto le tue braccia c’è solo una piccola puzza.
Se ti vergogni ti copri con l’imbarazzo e le bugie.
L’imbarazzo fa arrossire il nostro viso, la vergogna lo fa voltare da un’altra parte.
Se ti vergogni della pancia, puoi trattenere il fiato; il problema è se ti vergogni del sedere.
La vergogna si prova per noi, imbarazzo si può provare anche per una cosa che fanno gli altri.
Una persona che fa una cosa vergognosa, lo fa volontariamente; al contrario di quando fa una cosa imbarazzante.
Esistono gli svergognati, ma i vergognati no. Al limite sono vergognosi.
Il politico che ruba è svergognato e vergognoso, quando invece dovrebbe essere innanzitutto vergognato.
Di fronte a uno svergognato, proviamo imbarazzo; di fronte a un vergognoso, proviamo rabbia.
Un vergognoso fa vergognare gli altri, perché lui non è capace di vergognarsi da solo.