Mia moglie ha tredici anni. Si chiama Maya ed è la bambina più bella che conosca. Pendo dalle sue labbra, anzi no, pendo dalle sue dita. Sono lunghissime. Quando mi dà da mangiare le infila nell’acqua e aspetta che io mi avvicini. Per baciare le sue dita. Lei ride e lascia scivolare la mia cena con uno schiocco. È la mia dea quando fa così. Giro in tondo e poi mi metto a mangiare. Viviamo coi miei suoceri e io non sono molto contento di questo. Preferirei stessimo su un’isola deserta, solo io e lei. Io arriverei a riva la mattina e lei mi verrebbe incontro lanciandomi alghe e licheni. Li afferrerei al volo, facendo dei balzi a pelo d’acqua. Per il gusto un po’ salato di vederla ridere accanto al mare. E invece sono relegato in un acquario, nello sgabuzzino di suo padre. Ci tolleriamo appena. È uno scienziato e sta sempre a teorizzare il giorno della mia morte. Ma vi pare possibile vivere così? Maya va su tutte le furie e gli dice che io non morirò mai perché sono il suo adorato Mel. E gli strilla contro “finché Maya sarà in vita anche Mel sarà in vita!”. Poi gli fa il gesto di un’indiana Sioux con la mano sulla bocca e se ne va sbattendo la porta. Io e Goffredo ci guardiamo a lungo quando succede. Facciamo a chi non distoglie lo sguardo con mio suocero. Vinco sempre io, perché l’amore è un’onda e io la cavalco.
Maya non entra nello studio di mio suocero da due giorni. Lui si è acceso un sigaro e mi ha guardato con aria di scherno. Mi ha buttato un po’ di cibo nell’acquario “hai visto Mel, la tua Maya non si è presentata neanche oggi. Lo sapevi che ha cominciato a uscire con un ragazzino della sua classe? Ci tradisce bello mio, ha solo 13 anni e già se ne va al cinema con lui di pomeriggio.”
“Beh, che fai non mangi?”
“Mel? Mel?”
Mi sono messo sul pelo dell’acqua, facendo il morto a galla.
“Dai, non mi fare scherzi!”
Ha cominciato a colpire il vetro di casa mia. E io fermo.
“Mel? Dai, bello, sveglia!”
E giù un’altra manata alle pareti.
“Mel, perdio!”
Ha strillato questa volta.
A quel punto è entrata la mia Maya “Papà che succede?”
Allora non è vero che mi tradisce, non è andata al cinema. Mi risveglio dall’incubo e vado a guardarla col muso schiacciato contro il vetro.
Mio suocero mi guarda e vede che non sono più morto “Niente bella di papà. Ma tu che ci fai a casa?”
“Niente papino, mi ero scordata il cellulare e avevo paura che poi se nel tragitto Matteo mi chiamava non mi trovava”.
“Ah, ecco”.
Ah, ecco.
Maya esce dalla stanza.
Goffredo mi guarda con aria di sfida. Aveva ragione mio suocero. Distolgo lo sguardo e mi lascio andare. Vedo l’oceano e non sento più niente. Sono finalmente libero senza di lei.