Claudia Colaneri conduce laboratori di scrittura collettiva per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che può succedere in un normale incontro:
Vivere e campare
All’inizio siamo tutti semi. Nostro padre ci pianta dentro nostra madre, poi anche lei, dopo nove mesi, ci pianta su questa terra e noi iniziamo a campare.
Se campiamo e basta, restiamo piantati lì, sotto al cavolo e intanto l’erba cresce. Campare è molto faticoso, perché devi stare sempre a tirare; poi ci sono pure quelli che ti scambiano per un cavolo e vogliono campare sopra a te.
Se invece vogliamo vivere, dobbiamo riuscire a stare, non sotto, ma sopra al cavolo. Da lì riusciamo a vedere tutti gli altri cavoli. Sopra al cavolo, vediamo quello che succede e viviamo. Invece, se alla fine non abbiamo un cavolo da raccontare, significa che abbiamo campato e basta.
Razzismo
Che ce fai col razzismo? Niente!
Te ne lavi le mani, ma una volta che c’è l’hai pulite, che ce fai? Nun ce poi fa niente, per paura de sporcattele.
Essere razzista non serve a niente.
Il razzismo, dipende da che razza di carattere c’hai.
Il razzista è uno che pensa che il mondo è una gelateria dove dovrebbe essere permesso solo il gusto fragola, perché piace a lui. I guai iniziano se entra un altro razzista a cui piace solo la stracciatella.
Quindi il razzista ha il problema di dover eliminare tutto quello che non gli piace; ma anche quello di dover eliminare gli altri razzisti a cui non piace tutto quello che piace a lui.
I razzisti dovrebbero per prima cosa imparare a tollerarsi l’uno con l’altro, oppure fanno prima a magnasse il gelato a casa loro.
“Caledonian Road” di Andrew O’Hagan – traduzione di Marco Drago (Bompiani)
Una storia senza innocenti o vincitori, ma solo persone ferite che riescono a farcela con quello che resta dopo un evento drammatico destinato a essere uno spartiacque nelle loro vite.