DOMANDE FILOSOFICHE #10: Colpevoli e innocenti

Si discute di colpevolezza e innocenza in un modo così surreale che corrisponde pari pari alla realtà

Claudia Colaneri conduce un laboratorio di scrittura collettiva in un centro diurno per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che succede in un normale incontro:

In testa ho pochi pensieri, tutti gli altri li tengo in tasca.
Poi la sera li metto sotto al cuscino e me li sogno.

Scrivere è rischioso
Scrivere è più segreto di parlare, perché se scrivi non ti sente nessuno e quello che hai scritto lo puoi chiudere col lucchetto. Invece se parli, resta sempre una voce che gira.
Scrivere è incorreggibile. Se scrivi una lettera e la spedisci, non puoi più correggerla né contraddirla. Invece se lo dici a voce e ti accorgi che l’altra persona fa una faccia strana, puoi buttarla in caciara.
Non si scrive mai per perdere tempo.
Una cosa detta è la mia parola contro la tua, ma una cosa scritta è già una prova.
Leggere una parola scritta è una cosa seria, anche se fa ridere.
Mentre leggi, tieni in mano le parole, le guardi e le ripeti dentro di te.
La parola scritta la leggi con la voce tua. La parola detta, vola nell’aria con la voce di un altro.
Le parole scritte si possono comprare, regalare, conservare, e alla fine diventano tue.

Innocenti e colpevoli
Siamo tutti innocenti.
Il colpevole invece si riconosce perché dice sempre che è innocente.
Quando combiniamo un guaio, pensiamo per prima cosa a nasconderlo e se non ci riusciamo, allora ci nascondiamo noi. Il danno rimane lì e la gente dice: “Guarda che è successo”.
Ma nessuna cosa succede da sola.

“Quando rubi il pane dalla mensa ti senti colpevole o innocente?”
“Innocente!”
“E perché?”
“Non ho fatto niente, io.”
“Non sei stata tu?”
“No!”
“E chi è stato?”
“La mano!”
“Quindi non sei tu, è la tua mano che ruba il pane?”
“Ecco! Sì!”
“E chi l’ha nascosto nella tua borsa?”
“La mano!”
“Ma vicino alla borsa c’eri tu!”
“Sì!”
“E allora? Non sei tu la colpevole?”
“Ho detto di No!!!”
“Va bene, non ti arrabbiare. Ma allora che stavi facendo nella borsa?”
“Mi riprendevo la mano!”

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