Claudia Colaneri conduce un laboratorio di scrittura collettiva in un centro diurno per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che succede in un normale incontro:
“Raccontatemi della vostra nascita.”
“Quando mamma mi ha visto
è corsa subito in farmacia.”
“Io invece quando sono nata avevo un problema.”
“Quale?”
“Il mocciolo.”
La sopportazione
Nella vita bisogna sopportare due cose: i problemi e le persone.
I problemi si ingrandiscono; invece le persone diventano sempre più pesanti.
I problemi vanno a finire dentro la testa e te la fanno scoppiare.
Le persone invece te se appoggiano più in basso, dove stanno quelle cose che, se la pesantezza è troppa, se rompono.
Per sopportare le persone bisogna chiudere gli occhi, concentrarsi e immaginare di lanciarle lontanissimo. Non risolve il problema, ma aiuta.
Per sopportare i problemi bisogna mettersi dentro la testa altre cose, la musica, un film, un ricordo bello. O sennò, si può sempre mettere dentro un problema anche piccolo che stringe uno più grande.
Quelli che sopportano, conoscono molte più parolacce di quelli che non hanno problemi e poi sono più dotati perché hanno la pazienza che è una cosa che si posa sulle mani e se ti sfugge, so guai per tutti.
L’ignoranza
L’ignorante è quello che non sa, perché non ha studiato, non si ricorda, o se ne frega. Nella testa non ha le conoscenze e neanche la memoria. Ha solo quello che vede lì per lì; pensa temporaneamente, senza conservare nessuna idea.
Essere ignorante non è una cosa brutta, per esempio quelli più ignoranti sono i ragazzini, perché devono ancora imparare tutto. Anche un adulto può sentirsi ignorante, soprattutto quando va dal meccanico.
Più sei ignorante, più te fregano.
Perché se non sai le cose, credi a tutto, come i bambini che credono all’uomo nero sotto al letto.
Contro l’ignoranza ci sono due sistemi:
o studi, o cambi meccanico.