Per fortuna la felicità non esiste

A fine agosto arriva il colpo di grazia. L'amore melenso a tutti i costi. Quello in bianco e nero, con cui ci mandano per traverso l'ultimo soffio d'estate.

A fine estate arriva il colpo di grazia. Quando sei appena tornata e trolley, asciugamani pieni di sabbia e infradito sono sparsi per il pavimento. Accendi la televisione, con gli occhi stanchi di sole e poca forza per cucinare. E poi li vedi, Albano e Romina in bianco e nero. Techetechetè chiude agosto con la coppia che c’ha sfracellato i maroni come una polemica politica. Li guardi e poi cerchi di calcolare la forza che dovrai imprimere alle reni per piegare il busto e permettere al braccio teso di portare la tua mano ad afferrare il telecomando. E intanto parte una domanda di Gianni Minà, e poi di Baudo e poi di nuovo Minà, inframmezzate da primissimi piani di una giovanissima Romina con le labbra che sbucano da un cancello, e dall’altra parte naturalmente c’è Albano. Sono pezzi di film che condiscono l’omaggio. Mentre il bacio casto viene consumato ti chiedi perché non hai ancora avuto la forza di spegnere. Albano dà un buffetto sulla guancia di lei mentre in silhouette si stagliano sul fondo di uno studio televisivo anni ’70. Guardi il telo da mare accartocciato sul pavimento del salotto e ti senti sola. Ti chiedi se sia giusto che la tua estate finisca così. Poi, per fortuna, parte uno spezzone sgranato in cui un inviato che non riconosci intervista nonna Linda Christian e nonna Jolanda, rispettivamente la mamma di Romina e la mamma Albano. E tutto riprende senso. Il crescendo di miele mostrato nel montaggio di Techetechetè diventa esponenziale, di pari passo con la dimensione di guanciotte e girovita di Al e Ro. Tutto riprende senso perché ti pare chiaro che come hai sempre pensato niente ha senso. Le trasmissioni estive sui ricordi, gli amori strizzati e spolpati a favore di pubblico, la fine dell’estate. Ti versi un calice di rosé e ringrazi il cielo per la tua malinconica solitudine.

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