E questo è vero. Basta prendere carta e penna, o aprire un file sul pc, e il gioco è fatto. Non ti serve niente altro. Puoi scrivere in montagna sotto un albero o al mare all’ombra del gazebo e con un drink sul tavolino, che fa anche tanto intellettuale. Puoi scrivere intanto che in nave attraversi il mar Tirreno, o mentre fai la fila per essere ricevuto dal medico. Certo, la qualità di ciò che scrivi in queste situazioni non è detto che sia eccelsa, ma la qualità non va perseguita sempre e comunque. Ciò che va affermato e perseguito è il gesto dello scrivere, quello sì. È far diventare la scrittura un atto automatico, come respirare. Di solito non stiamo lì a pensare ad ogni litro di aria che ci entra nei polmoni: l’aria entra, e basta. E poi quell’aria fa tutto quanto il necessario senza che noi ci mettiamo la minima intenzione. Così con la scrittura. Esercitarsi a scrivere sempre e dovunque, farlo come necessità fisica poco per volta porta ad acquisire manualità e scioltezza, anche a livello muscolare. Scrivendo scrivere diventa sempre più semplice, ed economico lo è fin dalle prime sghembe righe. Cosa vuoi di più?
Dentro la lampada
Il tocco
“Le dico mamma non toccarmi. Niente. Che fastidio ti dà? mi dice”. E con le mani continua a scavare nella carne del figlio.