DOMANDE FILOSOFICHE #7: L’amore ci rende infiniti

Claudia Colaneri conduce un laboratorio di scrittura collettiva in un centro diurno per disabili adulti con ritardo mentale. Oggi si parla di amore e lagne

Claudia Colaneri conduce un laboratorio di scrittura collettiva in un centro diurno per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che succede in un normale incontro:

Se una persona non ama, è finita, perché dove finisce la forma della sua mano, non c’è più niente. Invece, se è innamorata, dove finisce la sua mano, inizia la mano di un’altra persona. Se si tiene l’altra persona per tutte e due le mani, l’amore rimane chiuso nel cerchio delle braccia, se invece si tiene almeno una mano libera per darla a qualcun altro, l’amore si allarga. Se ci diamo le mani, diventiamo infiniti.

L’amore è infinito finché dura il suo tempo e il suo spazio. Se per esempio ho di fronte una bella ragazza, la posso baciare all’infinito in tutto il suo spazio; ma in tutto il suo tempo, no; perché poi lei invecchia e lo spazio per baciarla diminuisce sempre di più.

Da vecchi l’amore dello spazio potrebbe finire, ma l’amore del tempo continua. Se non c’è più spazio per baciarsi, rimane comunque il tempo per passeggiare, per farsi compagnia, per leggere un libro o vedere un film insieme.
L’amore inizia sempre con un colpo di fulmine, sia se vedi la persona per la prima volta, ma anche se la conosci da tanto tempo, perché ad un certo punto t’accorgi che te sei innamorato… e te pija ‘n colpo.

Lamento Day

Certi giorni non girano dritti e noi ci sentiamo insopportabili, ogni cosa diventa un problema, ci si sente proprio male, servirebbe un “sicanalista”. Uno va da lui con un problema, lui lo fa lamentare e poi lo rimanda a casa.

Lamentarsi fa bene, ci si può lamentare anche a casa gratis, però a casa si litiga, invece dal dottore non ti arrabbi perché è a pagamento e ti puoi lamentare di tutto tranne che ti fa aspettare in sala d’aspetto, perché lì fai due fatiche e paghi lo stesso.

Lamentarsi fa bene perché se c’hai un problema che ti pesa lo racconti e gliene fai tenere un po’ a quel poraccio che te sta a senti’. Se invece uno se lagna con te allora gli rispondi “io c’ho già tanti problemi pe’ conto mio”, e inizi a raccontarglieli, così lui non pensa ai suoi.

La lagna è come un gatto che miagola, invece la protesta è un cane che baccaia.
Se hai un problema e ti lagni, gli altri si stufano; se invece protesti, quelli se preoccupano.
Se hai un problema vai dal “sicanalista” e ti lagni, vai al Comune e protesti, o vai da mamma e te fai prepara’ da magna’.

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