1 – Spesso la scelta è tra un romanzo pubblicato e un posto a tavola per Natale.
2 – Se in ogni romanzo il vostro protagonista sogna di uccidere la propria madre un bravo editor non basta.
3 – Ma un protagonista orfano aiuta.
4 – Non scrivete “mia madre era una donna della sua epoca” se quello che intendete davvero è “mia madre era una stronza”. Le vostre edulcorazioni sono direttamente proporzionali alla qualità del vostro romanzo.
5 – Se pensate di confondere vostra madre affibbiando alla madre del protagonista il carattere opposto al suo siete dei principianti. Se ne accorgerà.
Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre. Mi chiama dalla prigione. Dopo averla sentita, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi.
Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman
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