Mille piccoli orizuru

Centinaia di piccole gru sono pronte a spiccare il volo. E a esaudire un desiderio.

In un webinar sulla scrittura e i 5 sensi, abbiamo lanciato una piccola sfida ai partecipanti: per ogni senso abbiamo proposto un esercizio. La partecipazione è stata altissima, tanto che abbiamo deciso di pubblicare i racconti più riusciti.
Proseguiamo con il tatto, con questo esercizio: scrivi una scena in cui un personaggio sta svolgendo un’attività che richiede precisione tattile, come l’assemblaggio di un modellino di veliero o l’intreccio di un cesto di vimini.

 

La fanciulla si lisciò meccanicamente la seta del kimono sotto le gambe prima di inginocchiarsi sul tatami.
Davanti a sé un foglio di carta di riso riluceva, sottile e venato, accanto al pennello, all’inchiostro e alla pietra da inchiostro.
Ma quel giorno la ragazza non voleva esercitarsi nella calligrafia.
Allungò una mano e, con un fruscio, la seta dell’ampia manica si scostò, lasciando intravvedere il polso candido. Le sottili dita affusolate presero il primo foglio; sotto i polpastrelli la carta le parlò attraverso le venature in rilievo e la fanciulla ebbe un brivido di piacere.
Piegò il foglio in due e poi in quattro, premendo con le dita sulle pieghe. Le fibre della carta in rilievo le solleticavano i polpastrelli e un sorriso le increspò le labbra.
Rivoltò ancora gli angoli del foglio ripiegato e ridotto a un piccolo quadrato. I gesti erano sicuri, le dita si muovevano veloci e parevano carezzare la carta che obbediva, docile, alla sua pressione.
I movimenti si facevano più precisi a mano a mano che il foglio prendeva vita sotto il suo tocco, finché all’improvviso con la punta delle dita la fanciulla afferrò una cuspide che sbucava dalle pieghe e il semplice foglio ripiegato assunse come per magia la forma arcaica e perfetta di una piccola gru. Il tocco lieve di quelle mani aveva dato vita ancora una volta a un orizuru sacro.
La fanciulla osservò soddisfatta la propria opera, la prese delicatamente tra le dita e la posò, con una gravità insolita per la sua giovane età, accanto alle altre centinaia di gru che parevano pronte per spiccare il volo.

Nell’osservare quel piccolo stormo di carta, le sfuggì un gemito: se voleva emulare l’impresa narrata dalla leggenda delle mille gru non poteva fermarsi, o il suo desiderio non si sarebbe avverato.
Chinando il capo sospirò, allungò la mano e prese un nuovo foglio.

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