Grazie a Paolo (Restuccia), cuore pulsante e Genius totale della scuola, mi è tornato alla mente un racconto di Bukowski: La più bella donna della città.
Non sono le classiche pagine sensoriali che cerco per voi, qui c’è tutta la sensorialità possibile in ballo, quella che mi piace, che mi ricorda perché bisogna scrivere il vero, senza pietà.
Qui i sensi ti trascinano giù nel corpo nella donna più bella della città, di Cass, sulla sua pelle, attraverso le sue cicatrici, i suoi ormoni, tra le sue gambe, dentro i suoi capelli per cospargerti del suo profumo, di desiderio.
Non c’è sensorialità più completa di questa, quella in cui il corpo è un mezzo perfetto di vita, di morte, di primordialità.
Per questo Bukowski ci dice da subito che lei non si salverà, sa che i sensi non perdonano, sa che possono avvelenarti, illuderti, distruggerti e per questo Bukowski sa che Cass e tutta la sua potenza sensoriale non possono che andare incontro alla morte.
Leggete il racconto, “sentite” Cass, vi ricorderete di cosa significa “sensorialità”, di cosa significa vivere e morire.
Buona Lettura!