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Il destino fortunato del romanzo giallo è in mano agli investigatori statali

Tra l’assassino e la vittima è spuntato un impiegato statale. Senza che quasi ce ne accorgessimo, dai primi racconti di Edgar Allan Poe all’incontenibile successo editoriale e video del giallo di oggi, qualcosa è cambiato. Se all’inizio – e perlomeno fino a Nero Wolfe e a Marlowe o a Miss Marple – a scoprire il colpevole era un singolo individuo, molto intelligente (di solito più di carabinieri, FBI e polizia messi insieme) in genere anticonformista, perfino drogato (ricordate Sherlock Holmes e la sua soluzione al 7 per cento di cocaina?), ai nostri giorni l’eroe è un servitore dello stato con tutti i problemi degli statali e la pensione nel futuro. Maigret venne mandato in pensione già negli anni Trenta da George Simenon, che si era stufato di scriverlo, tranne richiamarlo in servizio per poi pensionarlo di nuovo diversi anni dopo. E in effetti, la gran parte degli investigatori ha questo destino, come qualunque travet, anzi in alcuni casi la pensione è il vero obbiettivo del detective. Come nel caso dell’ispettore Bloch, spaventato più che dagli incubi su cui indaga Dylan Dog dal pensiero che il suo amico scavezzacollo possa portarlo al licenziamento con disonore e quindi alla perdita della pensione. Naturalmente sappiamo tutti che sono pensionati gli investigatori di Marco Malvaldi nei Delitti del BarLume, ma lì si tratta di dilettanti oltre i limiti d’età. Il rovello dello statale era chiaro al grande Friedrich Dürrenmatt che introdusse, in un romanzo intitolato Il pensionato, il commissario Höchstettler che cerca di risolvere i suoi casi irrisolti prima del pensionamento. Non a caso il romanzo è incompiuto e venne pubblicato postumo. Invece La promessa (forse il suo più famoso romanzo) racconta di un caso indagato fin dopo la pensione con il commissario Matthäi ormai demente.

Sono statali il tenente Colombo (che infatti viene irriso dai ricchi su cui indaga), Montalbano (che si lamenta della burocrazia e dei documenti da firmare), tutti i medici legali (che fanno autopsie timbrando il cartellino), carabinieri, agenti federali, spie (007 è al servizio di Sua Maestà), e via dicendo.

Da un certo punto di vista, si tratta della fine dell’avventura solitaria e romantica dell’uomo indipendente e in lotta contro tutti per il trionfo della giustizia, ma d’altra parte forse è questo il vero motivo del successo del romanzo giallo oggi. È molto vicino al suo pubblico. Con tre milioni di statali per esempio in Italia, spesso chi lo acquista non è solo un lettore, ma anche un collega.

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Paolo Restuccia

Scrittore e regista. Cura la regia della trasmissione Il Ruggito del Coniglio su Rai Radio2. Ha pubblicato i romanzi La strategia del tango (Gaffi), Io sono Kurt (Fazi), Il colore del tuo sangue (Arkadia) e Il sorriso di chi ha vinto (Arkadia). Ha insegnato nel corso di Scrittura Generale dell’università La Sapienza Università di Roma e insegna Scrittura e Radio all’Università Pontificia Salesiana. È stato co-fondatore e direttore della rivista Omero. Ha tradotto i manuali Story e Dialoghi di Robert McKee e Guida di Snoopy alla vita dello scrittore di C. Barnaby, M. Schulz.

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